Omicron, la caccia in Italia: oggi indagine rapida con i dati sulle varianti. Speranza: «Insistere sui vaccini»

La caccia a Omicron: l'indagine rapida del Ministero per scovare i dati delle varianti in Italia
Quanti dei contagi in Italia sono dovuti a Omicron? E quanti alle altre varianti? Per dare una risposta più aggiornata rispetto alle precedenti, il Ministero della Salute...

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Quanti dei contagi in Italia sono dovuti a Omicron? E quanti alle altre varianti? Per dare una risposta più aggiornata rispetto alle precedenti, il Ministero della Salute ha disposto una flash survey per comprendere la presenza delle varianti Covid in Italia. I dati riguarderanno quelli raccolti oggi 31 gennaio. L'obiettivo è appunto quello di stimare la prevalenza delle varianti Voc ("variants of concern" e quindi sono considerate più preoccupanti) e di altre varianti di SARS-CoV-2 in Italia. Questa valutazione prenderà in considerazione i campioni dai casi notificati il 31/01/2022, corrispondenti a prime infezioni, da analizzare con sequenziamento genomico. La circolare è stata firmata dal direttore della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.

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SPERANZA E VACCINI - «Viviamo un momento difficile per il diffondersi di Omicron. Dobbiamo insistere sui vaccini senza alcuna ambiguità. Ci sono lezioni che abbiamo imparato dalla pandemia: investire nel sistema sanitario, perchè la salute non può essere considerata un costo. Ed oggi possiamo investire di più grazie al Pnrr, un'occasione per rilanciare la salute pubblica. La seconda lezione è il bisogno di un miglior coordinamento internazionale». Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, in collegamento al convegno Covid-19: which lesson for the future? organizzato da Regione Lombardia, Fondazione Politecnico e Politecnico di Milano a Dubai. «La campagna vaccinale globale - spiega ancora Speranza - è uno strumento fondamentale per combattere questo virus, quindi è vitale investire in politiche di donazione che possano favorire i paesi con bassi tassi di vaccinazione. Noi abbiamo donato 50 milioni di dosi fino ad ora ma dobbiamo fare uno sforzo extra. E dobbiamo anche aumentare l'equo accesso e distribuzione delle terapie».

 

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Il Messaggero