Ogni anno nel mondo 5,4 milioni di persone vengono morse da serpenti: di queste si stima che tra 1,8 e 2,7 milioni finiscano per essere avvelenate, e tra le 81.410 e 137.880...
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La maggior parte dei casi di avvelenamento e morsi avvengono in Africa, Asia e America Latina, e i più colpiti sono donne, bambini e coltivatori di comunità rurali povere nei paesi a basso e medio reddito. Il veleno di serpente può causare gravi paralisi che impediscono di respirare, emorragie, collassi renali e lesioni permanenti ai tessuti, che possono costringere all'amputazione. Ma rispetto ad altri problemi di salute, sottolinea l'Oms, esistono delle terapie efficaci in questo caso, che puntano su una maggiore distribuzione degli antidoti contro il veleno.
Al momento però solo pochissimi paesi sanno produrli in modo adeguato e spesso non sono in grado di valutarne la qualità, tanto che molti medici e pazienti hanno poca fiducia nei prodotti disponibili. Inoltre la mancanza di dati precisi sul numero e tipi di morsi rende difficile stimare il fabbisogno degli antidoti, e data la bassa domanda, molte aziende hanno smesso di produrli, facendo così aumentare parecchio il prezzo di quelli esistenti. Per far fronte a questo problema l'Oms ha elaborato un piano di interventi per migliorare l'accesso a trattamenti sicuri ed efficaci, rafforzare i sistemi sanitari e generare cooperazione e coordinamento tra i vari paesi, mettendo l'avvelenamento da morso di serpente tra le priorità nelle malattie tropicali neglette dal 2017. Inoltre è stato creato un apposito gruppo di lavoro, sviluppate linee guida per la produzione degli antidoti e un database sulla distribuzione dei morsi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero