ROMA E' un tubo impermeabile e flessibile che si inserisce dalla bocca con un endoscopio, si applica al bulbo duodenale con alcune ancorette metalliche e fa da guscio...
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Con questa nuova tecnica meno invasiva l'Istituto Auxologico di Milano punta a trattare casi di diabete e obesità. Sono già stati trattati i primi pazienti. I vantaggi della nuova procedura, che si affianca alle tecniche già conosciute di chirurgia dell'obesità, la bariatrica, sono i tempi di recupero più rapidi, il paziente può lasciare l'ospedale entro 48-72 ore , e la reversibilità del tratatmento, visto che il dispositivo può essere sempre rimosso, spiegano gli esperti.
La tecnica si chiama Endobarrier, è stata messa a punto negli Stati Uniti dalla GI Dynamics di Boston ed è già utilizzata in vari paesi europei ed extraeuropei . Ora è disponibile anche in Italia. «I risultati preliminari degli studi avviati in altri paesi sono incoraggianti » spiega Andrea Formiga, dell'Uo di Chirurgia generale - endoscopia digestiva del polo chirurgico Capitanio dell'Auxologico.
«Dimostrano una perdita superiore al 40% dell'eccesso di peso, e soprattutto la remissione clinica del diabete di tipo 2 con un netto miglioramento delle condizioni cliniche dei pazienti». L'Endobarrier, spiega Formiga «produce effetti paragonabili all'intervento chirurgico di bypass intestinale. La tecnica consiste nell'introdurre un dispositivo endoscopico sotto controllo radiologico intraoperatorio del paziente con l'obiettivo di ridurre l'assorbimento di cibo e modificare la produzione di insulina. Il dispositivo può restare in sede fino a 12 mesi, poi viene rimosso».
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Il Messaggero