“Non scuoterlo!”: al via campagna nazionale per proteggere i bambini, Alessandro Preziosi testimonial

Alessandro Preziosi nello spot
Alessandro Preziosi scende in campo per proteggere i bambini maltrattati. Negli Stati Uniti 30 piccoli ogni 100.000 nati subiscono gravi danni a causa di una forma di...

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Alessandro Preziosi scende in campo per proteggere i bambini maltrattati. Negli Stati Uniti 30 piccoli ogni 100.000 nati subiscono gravi danni a causa di una forma di maltrattamento nota con il nome di Shaken Baby Syndrome (o Sindrome del bambino scosso) associata alle conseguenze, anche mortali, di uno scuotimento violento ai danni del bambino. In Italia mancano dati ufficiali perché il fenomeno è poco noto e difficile da diagnosticare. Le forze generate dal movimento violento compiuto dall’adulto sul piccolo possono essere la causa di traumi fisici e neurologici e, in casi estremi, possono addirittura risultare letali. Per portare all’attenzione di neogenitori e caregiver l’esistenza di questa forma di maltrattamento, Terre des Hommes presenta la prima campagna nazionale di prevenzione denominata “Non Scuoterlo!” .


Strumenti chiave della campagna sono uno spot tv che vede la presenza straordinaria dell’attore Alessandro Preziosi e il sito di informazione e sensibilizzazione nonscuoterlo.it che contribuiranno a diffondere conoscenza della sindrome. Il pianto del bambino, nei primi mesi di vita, può risultare interminabile e a volte insopportabile, al punto che il genitore o chi si sta occupando del bambino, preso dal senso di frustrazione o di rabbia può essere spinto a scuoterlo. 
«Vogliamo avviare un’ampia azione informativa per la prevenzione di questa forma di maltrattamento», dichiara Federica Giannotta, responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes. «Grazie a questa campagna sarà possibile reperire informazioni su quali sono i segnali rivelatori di un bambino che ha subito lo scuotimento, come intervenire e a quali strutture ospedaliere rivolgersi, nonché informazioni e consigli utili in caso di necessità».
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Il Messaggero