Napoli, ricostruito l'esofago a un bambino di 5 anni Ucraino: «Dmytrii ora può mangiare»

Il piccolo era affetto da una patologia congenita che lo costringeva ad alimentarsi con un sondino

Nuova vita per Dmytrii, bimbo di 5 anni operato a Napoli: «i medici hanno ricostruito l'esofago, ora può mangiare»
Dmytrii, bambino ucraino di 5 anni soffriva di una patologia rara a causa della quale era costretto ad alimentarsi con un sondino. Quest'estate è arrivato in Italia...

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Dmytrii, bambino ucraino di 5 anni soffriva di una patologia rara a causa della quale era costretto ad alimentarsi con un sondino. Quest'estate è arrivato in Italia dall'Ucraina con un corridoio umanitario con la speranza di fuggire dalla guerra ma anche quella di trovare una cura alla sua malattia. Ora grazie all'intervento subito all'ospedale Santobono di Napoli Dmytrii può finalmente mangiare come tutti gli altri bambini.

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L'operazione a Napoli

Il piccolo è stato sottoposto circa un mese fa a un delicato intervento di ricostruzione dell'esofago condotto dal chirurgo Giovanni Gaglione e dal suo team. A un mese dall'operazione, si può dire che sia andato tutto per il meglio. Ad annunciarlo è la Fondazione Santobono Pausilipon che pubblica su Facebook una foto del bimbo con un grande sorriso e un biscotto in mano: è «una delle prime foto in cui Dmytrii mangia normalmente, portando il cibo alla bocca per la prima volta in vita sua». 

«Per questo incredibile risultato vogliamo ringraziare il nostro bravissimo chirurgo Giovanni Gaglione che con il suo team e grazie ad un intervento particolarmente delicato e complesso ha restituito una vita normale a Dmytrii» scrivono dalla Fondazione «Grazie a Gigi D'Alessio che ha sostenuto l’accoglienza dei profughi ucraini con una importante raccolta fondi; grazie alla nostro direttore generale, Rodolfo Conenna, che ha da subito aderito al corridoio umanitario per la cura dei piccoli pazienti provenienti dalle zone di guerra e grazie al presidente della Regione Vincenzo De Luca tra i primi in Italia rendersi disponibile per il sostegno e l’accoglienza dei profughi ucraini».  


 

 

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Il Messaggero