Glaucoma, non solo laser: intelligenza artificiale e nuovi farmaci, ecco come si batte la malattia silenziosa degli occhi

L'oculista StefanoMiglior: fondamentale la prevenzione dai 40 anni

Per la cura del glaucoma si aprono nuove prospettive anche sul piano terapeutico. Ascolta: Tenere in forma il cervello si può. Ecco come non perdere la testa ...

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Per la cura del glaucoma si aprono nuove prospettive anche sul piano terapeutico.

È prevista nei prossimi mesi l’immissione sul mercato di una nuova molecola che permette di ridurre la pressione dell’occhio e che quindi va ad aggiungersi all’armamentario farmacologico già disponibile per la cura di questa malattia che colpisce un italiano ogni 50. Al momento sono 1.200.000 quelli che ne soffrono. Secondo gli esperti che si confronteranno a Torino fino all’11 marzo al 6° Congresso internazionale dell’Associazione italiana per lo studio del Glaucoma (Aisg), in concomitanza con la settimana mondiale di studi ed approfondimenti dedicata alla malattia, è però necessario innanzitutto una maggiore conoscenza da parte dei pazienti sui sintomi e sui possibili rischi.

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IL PROBLEMA

L’attenzione degli esperti si concentra intanto sulle strategie da adottare per scegliere i trattamenti più efficaci, usando anche l’intelligenza artificiale, oltre che sulle terapie più utilizzate per la cura del glaucoma. A preoccupare però è il fatto che, essendo il glaucoma una malattia asintomatica, solo la metà dei pazienti che ne soffre si sta già curando. E così, spesso, quando arriva la diagnosi la malattia è già in uno stadio avanzato: se non identificato in maniera precoce, il glaucoma porta gradualmente alla marcata riduzione fino alla perdita della funzione visiva. Le cause di questa malattia sono in parte conosciute, nella maggioranza dei casi dipende dalla pressione dell’occhio elevata. Molto contano anche i fattori di rischio: il parente di un paziente con glaucoma ha una familiarità dieci volte più alta di contrarre la malattia rispetto alla popolazione in generale. Ma è stato anche dimostrato che la probabilità di trovare familiari glaucomatosi è tre volte superiore rispetto ad un soggetto sano. Non bisogna però sottovalutare che avere una familiarità negativa non significa essere indenni dalla malattia. Gli esperti provano a sfatare anche un’altra falsa convinzione: l’alto indice di familiarità non significa avere un’ereditarietà alla malattia. Le origini del glaucoma, infatti, sono ancora in buona parte ignote. Per la cura la ricerca offre ormai diverse alternative. «Normalmente viene accettato da tutti che si cominci sempre con un trattamento farmacologico seguito da un trattamento con il laser e per ultimo quello chirurgico – spiega Stefano Miglior, presidente dell’Associazione italiana per lo per lo studio del Glaucoma e direttore della clinica oculistica dell’Università Bicocca di Milano - La realtà dei fatti è che da qualche tempo si comincia a discutere se sia sempre percorribile o se non possa valer la pena cominciare con un trattamento laser. Questo permetterebbe di allontanare il momento in cui il paziente potrebbe avere la necessità di usare i colliri».

I CONTROLLI

Come sempre l’arma principale è la prevenzione. «Bisogna cominciare a farsi visitare con una certa frequenza a cominciare dai 40 anni – raccomanda Miglior - Esistono poi nicchie di popolazione più a rischio, ossia le persone che hanno una familiarità. In questo caso è buona norma anticipare i controlli. Non dimentichiamo che anche la miopia è un fattore di rischio». Nel mondo occidentale il glaucoma è la principale causa di perdita di vista. Di conseguenza, è la malattia che maggiormente influenza un peggioramento della qualità della vita dei soggetti colpiti. Secondo gli esperti, il soggetto con glaucoma è estremamente esposto a disordini psicologici legati alla paura di perdere la vista, è quindi propenso a ridurre al minimo i contatti sociali. Per evitare di arrivare a scoprire la malattia in fase avanzata è importare non rimandare i controlli. «Tutti sono invitati a farsi visitare anche in assenza di sintomi – esorta Miglior - La diagnosi precoce è fondamentale per poter gestire al meglio l’evoluzione della malattia. È importante che il paziente sia allertato sui fattori di rischio e in caso di diagnosi, sulla necessità di seguire le indicazioni e le terapie indicate dal medico»

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