Disturbi specifici dell'apprendimento, una serie tv per alzare il velo su dislessia e altri problemi

In onda sulla Rai Cronache di Nanaria

Disturbi specifici dell'apprendimento, una serie tv per alzare il velo su dislessia e altri problemi
«A volte le lettere mi sembrano dei piccoli ragni». «È come se il mio cervello e gli occhi non si parlassero». Ascolta: Benedetta primavera oppure...

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«A volte le lettere mi sembrano dei piccoli ragni». «È come se il mio cervello e gli occhi non si parlassero».

L’undicenne Arianna descrive così le difficoltà che trova nella lettura quando è in classe; Arianna è la protagonista di “Le Cronache di Nanarìa”, la prima serie televisiva che esplora l’universo della dislessia. Diretta da Matteo Gentiloni e prodotta da Rai Kids e Aurora tv, viene trasmessa tutti i giorni su Rai Gulp e fa entrare con leggerezza e chiarezza nel mondo della protagonista, interpretata da Valentina Filippeschi: una studentessa di prima media che attraverso un video diario racconta le sue disavventure scolastiche. Quello della dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che si manifesta nella correttezza e/o nella velocità di lettura. Lettere che si confondono, difficoltà nell’imparare l’alfabeto, errori nella lettura anche di poche frasi. Le difficoltà del bambino dislessico non sono legate a svogliatezza, poca attenzione o scarse capacità, ma ad un differente modo di percepire ed apprendere: il bambino può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le energie. Sebbene in Italia riguardi quasi 1 alunno per classe e circa 3 milioni di persone, è poco conosciuto, invisibile e spesso diagnosticato in ritardo, con il rischio per chi ne soffre di avere scarsa autostima e diventare vittima di bullismo.

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LA DIVULGAZIONE

«La serie “Le Cronache di Nanarìa” - evidenzia Antonella Trentin vice presidentessa AID, Associazione Italiana Dislessia - rispecchia con fedeltà le difficoltà di un dislessico, così lo spettatore si immedesima e capisce. Lo trovo un mezzo di divulgazione eccezionale». La protagonista riesce a superare il suo disturbo anche grazie ad un corso di teatro: calcando il palcoscenico, tra improvvisazioni ed esercizi di immedesimazione, Arianna impara ad esprimere il suo potenziale di creatività e ad accettarsi. A quel punto l’errore che compie nello scrivere il suo nome si trasforma in Nanaria, un sofisticato nome d’arte. «Il teatro è luogo d’elezione per acquisire sicurezza - commenta Emiliano Bronzino, direttore artistico Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino - se abbinato a percorsi specifici nel DSA, diventa uno strumento terapeutico e di benessere per superare le difficoltà quotidiane».

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Ad oggi la legge 170/2010 ha definito i diritti degli studenti che soffrono di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, disturbi specifici dell’apprendimento. «È la legge più avanzata a livello internazionale – continua Trentin – ma c’è ancora tanto da fare. Serve un’informazione corretta e diffusa affinché la dislessia si consideri per quello che è: una caratteristica neurobiologica che crea delle difficoltà ma anche tanti punti di forza. Il dislessico per arrivare agli stessi traguardi degli altri usa strade alternative, sviluppando una capacità di problem solving incredibile.

 

 

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