Miocardite da vaccino, ecco perché per i ragazzi è un rischio raro e quasi mai grave

Il decorso clinico tende ad essere più benigno di quanto avvenga con le miocarditi causate da infezioni virali

La possibilità di contrarre infiammazioni cardiache dopo la vaccinazione era un effetto collaterale già emerso nei mesi scorsi tra gli adolescenti e nei...

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La possibilità di contrarre infiammazioni cardiache dopo la vaccinazione era un effetto collaterale già emerso nei mesi scorsi tra gli adolescenti e nei giovani adulti. Adesso, però, vi sono i dati sono sufficienti per affermare che la miocardite può essere un rara conseguenza negativa che si verifica soprattutto nei ragazzi. Tuttavia il decorso clinico tende ad essere più benigno di quanto avvenga con le miocarditi causate da infezioni virali. Ma non è tutto. La maggior parte delle volte si risolve con l’assunzione di comuni antinfiammatori. È quanto sottolinea una ricerca pubblicata sul Journal of the American Medical Association e che ha coinvolto ricercatori dei Centers for Disease Control and Prevention e della Food and Drug Administration americana.

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Lo studio 

Lo studio è il più ampio mai condotto finora sul tema: ha analizzato le segnalazioni di reazioni avverse su oltre 350 milioni di dosi di vaccino somministrate a 192 milioni di americani. In totale sono state registrate 1.991 miocarditi, nel 73% dei casi in persone con meno di 30 anni (il 33% in under-18). Nell'82% dei casi a essere colpiti sono stati maschi. Nelle fasce di età maggiormente interessate, i tassi di miocarditi sono stati 70,73 casi per milione tra i 12-15enni; 105,86 per milione tra i 16-17enni; 52,42 e 56,31 (rispettivamente per il vaccino Pfizer e quello Moderna) per milione tra i 18 e i 24 anni. Secondo i dati raccolti dallo studio, nell'82% dei casi il disturbo è insorto dopo la seconda dose, specie entro un paio di giorni, con una sintomatologia che comprendeva prevalentemente dolore o pressione al petto e respiro corto.

Il decorso della malattia

Per quel che concerne il decorso della malattia, l'87% è stato curato con comuni farmaci antinfiammatori non steroidi (FANS), il 12% ha ricevuto immunoglobuline e steroidi endovena, in rarissimi casi sono stati usati trattamenti più intensivi per sostenere il cuore (12 casi) o l'intubazione o la ventilazione meccanica (2 casi). Il 98% di quanti erano stati ricoverati erano stati dimessi al momento della conclusione dello studio e nell'87% dei casi, alla dimissione, il problema era completamente risolto.

Anche se colpiscono le stesse fasce della popolazione, secondo i ricercatori, le miocarditi dopo il vaccino hanno una peculiarità rispetto alle miocarditi virali: tendono a essere meno gravi e si risolvono prima. «Anche se quasi tutti gli individui con casi di miocardite sono stati ricoverati in ospedale e monitorati clinicamente, in genere hanno sperimentato un recupero dai sintomi dopo aver ricevuto solo la gestione del dolore», scrivono i ricercatori. «Al contrario, i tipici casi di miocardite virale possono avere un decorso clinico più variabile. Ad esempio, fino al 6% dei casi tipici di miocardite virale negli adolescenti richiede un trapianto di cuore o provoca la morte», concludono.

 

 

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Il Messaggero