Una ragazza 14enne è morta nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Santissima Annunziata di Sassari dopo il ricovero per una meningoencefalite...
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Meningite, bimbo di tre anni ricoverato all'ospedale Meyer di Firenze
Meningite, morta una donna di 36 anni a Genova: scatta la profilassi
«La differenza tra i casi di meningite da meningococco e quello di questi giorni, che ha portato al decesso della 14enne, è dato essenzialmente dagli agenti batterici che li provocano». A spiegarlo è il professor Paolo Castiglia, a capo della Direzione igiene e controllo delle infezioni ospedaliere della Aou sassarese «Nel primo caso, molto diffusivo e contagioso, parliamo di meningococco, in particolare di alcuni ceppi ipervirulenti che sono altamente invasivi, provocando direttamente quadri di sepsi e meningite anche nei contatti stretti. È quindi necessario avviare l'attività di profilassi». «Negli altri casi, invece, cioè di meningiti non meningococciche, il batterio - osserva l'esperto - non causa direttamente la meningite ma quest'ultima è in genere una complicanza di una patologia infettiva localizzata, ad esempio lo streptococco che, come noto, può provocare altre malattie quali il mal di gola o la sinusite. La complicanza di queste patologie può degenerare in una meningite batterica non meningococcica. Per questo non viene avviata alcuna attività di profilassi nei confronti dei contatti del paziente».
Meningite, morta una donna di 36 anni a Genova: scatta la profilassi
Un quadro clinico che ha consentito la donazione degli organi. «Grazie al lavoro della rete trapiantologica è quindi possibile arrivare all'espianto anche in presenza di patologie di questo genere», conferma Paola Murgia, coordinatrice donazioni e trasporti del Ss.
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Il Messaggero