L'errore della psicosi/ L’arma dei vaccini contro la meningite

L'errore della psicosi/ L’arma dei vaccini contro la meningite
Il caso della giovane romana morta a Vienna, di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, in seguito ad una forma fulminante di meningite, pone di nuovo...

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Il caso della giovane romana morta a Vienna, di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, in seguito ad una forma fulminante di meningite, pone di nuovo con forza il problema delle vaccinazioni. Un problema di grande attualità e di grande importanza per la salute. È bene ribadire che, nonostante il parere dei detrattori privi di argomentazioni scientifiche, i vaccini sono i migliori farmaci esistenti. Infatti sono attivi su quasi tutti i soggetti trattati, il trattamento è di breve durata ma l’effetto dura molto ad un costo ragionevole.

 
Inoltre un impiego di una vaccinazione che copra il 95% delle persone esposte è spesso in grado di eliminare completamente l’agente patologico: i casi del vaiolo e della poliomielite sono esempi ormai noti a tutti.
Ritornando al caso della morte da meningite che ha suscitato viva emozione è utile ricordare le caratteristiche di questa malattia. I sintomi ricordano almeno all’inizio quelli dell’influenza: senso di ottundimento, mal di testa e febbre indotti da una infezione da virus o da batteri. Mentre le meningiti da virus si risolvono in una decina di giorni e non destano particolari preoccupazioni, le meningiti da batteri evolvono con febbre spesso molto alta, vomito ripetuto, senso di confusione e convulsioni.
Il destino di queste meningiti non adeguatamente riconosciute e curate può indurre danni cerebrali irreparabili che possono includere perdita dell’udito o della vista, paralisi agli arti, incapacità di apprendimento ed infine, come nel caso di questi giorni, si può arrivare alla morte, che in alcuni casi arriva in tempi molto rapidi dall’inizio dei sintomi. La meningite, che è una infiammazione della meninge, la membrana che ricopre l’encefalo e il midollo spinale, è indotta prevalentemente dalla Neisseria meningitidis che è ospitata senza sintomi nelle vie respiratorie superiori, a seconda delle popolazioni, dal 4% al 30% delle persone. Il batterio può essere trasferito ad altri per via respiratoria attraverso tosse, starnuti, nonché l’impiego comune di spazzolini da denti o posate con persone che stanno incubando la meningite, una incubazione che dura da uno a 10 giorni ed anche per 24 ore dopo l’inizio della terapia.
La Neisseria si presenta in 13 sottotipi ma solo 5 di questi sottotipi, detti Meningococchi, possono indurre la meningite. Sono noti con le sigle A, B, C, W135, Y ma sono sopratutto i sottotipi B e C quelli più frequentemente presenti nelle regioni europee. Vi sono altri batteri che possono indurre meningite, come ad esempio lo Pneumococco che risiede come dice il nome stesso nelle vie aeree e arriva al cervello tramite il fluido sanguigno. La Listeria arriva invece dall’ambiente, si assume attraverso il cibo e sembra essere frequente nelle meningiti che si sviluppano nel periodo della gravidanza. Infine è utile menzionare anche l’Hemophilus influentiae, anche se con la disponibilità del vaccino è oggi molto raro come fattore causale della meningite mentre era comune fino agli anni ‘90.
Il rischio di contrarre una meningite è relativamente alto sopratutto nella vita di comunità e quando vi siano grandi assembramenti di persone. Se vi è qualcuno che stia incubando la meningite o anche solo portatore di Neisseria, il rischio di contagio diventa importante. Sono particolarmente a rischio i bambini al di sotto dei 5 anni, i giovani fra i 18 e i 24 anni ed i soggetti anziani. Se vi sono sospetti di meningite è necessario iniziare una terapia antibiotica prima di eseguire un prelievo di liquor per accertare la presenza della Nisseria o di altro batterio. Le linee guida indicano come trattamento iniziale l’impiego della rimfapicina per via orale oppure di una penicillina per via intramuscolare che passi attraverso la barriera ematoencefalica. Poiché la prevenzione è sempre il miglior trattamento, si pone il problema della vaccinazione. Sono oggi disponibili 5 vaccini. Sono certamente consigliati i vaccini contro il Meningocco B e C che sono ben tollerati. Analogamente è consigliato il vaccino anti-Pneumococco che è utile nell’infanzia anche per la prevenzione delle polmoniti. Si tratta di vaccini che cono distribuiti gratuitamente in molte Regioni e che sono entrati nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) che saranno per tutte le Regioni a carico del Servizio Sanitario Naionale, una opportuna iniziativa del Ministero della Salute.

In conclusione la meningite è una malattia relativamente rara che si manifesta sporadicamente in comunità e che può essere curata e soprattutto evitata attraverso le vaccinazioni. È grave responsabilità dei medici, come sottolineato recentemente dalla Federazione degli Ordini dei medici, ma anche dei genitori, creare le condizioni affinché non si verifichino morti evitabili.
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Il Messaggero