L'attrice Marina Giulia Cavali:«Donare il sangue, sempre. Non mi ferma neanche la mia pressione bassa »

L'attrice Marina Giulia Cavali:«Donare il sangue, sempre. Non mi ferma neanche la mia pressione bassa »
Ho la pressione bassa, questo sì. Ascolta: Battere il caldo estremo. Con il consiglio di Gregorio Paltrinieri. E voi siete tipi da mare o da montagna? ...

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Ho la pressione bassa, questo sì.

Sessanta-novanta, ogni mattina. Ma questi valori non mi impediscono di far tutto, sono in forma. Anzi, posso certificarlo. Come? Vado a donare il sangue una o due volte all’anno. E, puntuali, mi arrivano tutti i risultati degli esami direttamente all’indirizzo di posta elettronica indicato. Mai un problema riscontrato, almeno fino ad adesso. Che bel modo di tenersi sotto controllo, spesso è davvero sottovalutato. Anche io, devo ammetterlo, ho cominciato abbastanza tardi, dopo gli “anta”, pur se ne avevo sentito parlare in differenti occasioni. La prima volta sono andata con il mio compagno, lui già donatore volontario, al polo pediatrico Bambino Gesù di Roma e, nel corso del tempo, in diversi altri centri trasfusionali tra cui il Santobono di Napoli. E, più volte, ho accettato anche l’aferesi, nome tecnico per la donazione delle piastrine. Paura degli aghi, per fortuna, non ne ho mai avuta, mi fa penare però dover stare a digiuno, con la mia pressione bassa. Ma non so quanti come me siano davvero i “fanatici della colazione”, quelli che mangiano anche a mezzanotte per evitare di soffrire la fame al mattino. Accade, davvero. Comunque basta cominciare a donare per rendersi conto che è semplice, e non smettere più. Perché oltre a permettere di tenersi sotto controllo, soprattutto aiuta gli altri, tanti altri. C’è chi ha bisogno di trasfusioni e, soprattutto d’estate, aumentano i feriti, incidenti domestici e incidenti stradali hanno dei picchi impressionanti ai pronto soccorso di tutta Italia, e quindi c’è bisogno di sangue. Tutto il sangue che c’è, a prescindere dal tuo gruppo sanguigno, siamo tanti, siamo diversi. Poi, c’è una lunga fila di pazienti che devono sottoporsi a un intervento chirurgico programmato e magari rinviato negli ultimi due anni per paura del Covid. Ora che l’emergenza è finita, gli adulti in buona salute sono chiamati a dare l’esempio. Quindi, forza. I giovani, invece, dovrebbero farsi avanti anche in favore di quanti hanno bisogno di un trapianto di midollo, poiché l’età per la tipizzazione e il prelievo in questi casi è più stretta, e la compatibilità si riscontra in un caso su un milione, ma serve, è decisiva, a salvare una vita. Per stare bene, per star bene tutti, in fondo, bisogna anche combattere la pigrizia e i pregiudizi, ne restano purtroppo ancora troppi, e vincere i dubbi e le incertezze. Sicuramente, donare è l’azione giusta contro qualsiasi doloretto, proprio e altrui, prima che diventi grave o che non ci sia più nulla da fare.

*Attrice

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Il Messaggero