Lorenzin: «Studiamo misure contro il problema delle culle vuote»

Lorenzin: «Studiamo misure contro il problema delle culle vuote»
«Le culle vuole sono il principale problema economico del paese»: a dirlo è il ministro della salute Beatrice Lorenzin che a fronte dei nuovi dati Istat sulla...

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«Le culle vuole sono il principale problema economico del paese»: a dirlo è il ministro della salute Beatrice Lorenzin che a fronte dei nuovi dati Istat sulla denatalità in Italia, con un minimo storico della nascite - mai state così poche dalla Unità di Italia - in una intervista all'Ansa annuncia misure alla studio per il sostegno della donne che lavorano ma anche sul fronte del bonus bebè. «Sono dati impressionanti - ha detto il ministro - ma molto conosciuti. I demografi ne parlano da più di 10 anni a solo ora ora che a curva è cosi scesa ne ha consapevolezza anche l'opinione pubblica». Lorenzin ricorda che la popolazione straniera non è sufficiente a colmare la denatalità. «Un paese dove non nascono bambini è destinato a chiudersi su se stesso. Lo scenario futuro è orrendo. Serve ora un grande investimento culturale per cambiare il messaggio che è passato negli ultimi 40 anni».


Più nello specifico, spiega, è necessario fare capire che «è normale essere genitori giovani e che per le donne essere madri dovrebbe essere un prestigio sociale. Ma - tiene a precisare - questo non vuol dire che si debba criminalizzare chi non vuole o non può fare figli. Dobbiamo invece rendere bella e prestigiosa la condizione di chi li vuole». Aiutando le donne che dopo la nascita di un figlio si sentono isolate e che «hanno bisogno di assistenza post partum» Concretamente «serve rendere accogliente la società. Sto lavorando con il governo per agire in questo senso». Fra l'altro il prossimo 7 maggio sarà celebrato il primo Fertility Day. Segno del cambiamento negativo della società italiana nei confronti dei bambini, sintomo di una cultura che vede l'infanzia quasi come un corpo estraneo, aggiunge Lorenzin «ci sono le ostilità nei confronti dei bambini nei ristoranti, quando giocano nei cortili e in tante altre circostanze. Un atteggiamento ostile».
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Il Messaggero