Il medico delle emergenze: «E' stato l'abbraccio a salvare i due bambini nella neve»

Il medico delle emergenze: «E' stato l'abbraccio a salvare i due bambini nella neve»
ROMA Quasi un'intera giornata nella neve. Un frattura, una lussazione, tanta paura. Neppure tre giorni in ospedale per i Manuel e Nicole i due bambini persi e poi ritrovati...

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ROMA Quasi un'intera giornata nella neve. Un frattura, una lussazione, tanta paura. Neppure tre giorni in ospedale per i Manuel e Nicole i due bambini persi e poi ritrovati nei boschi di Monte Livata. Ma che cosa ha fatto sì che i piccoli di 4 e 5 anni siano riusciti a superare l'avventura quasi indenni? «Il restare abbracciati e stretti per ore ha sicuramente aiutato i due bambini a non disperdere il calore oltre a farsi coraggio» Corrado Cecchetti è il responsabile dell'Area rossa del dipartimento di Emergenza del Bambino Gesù.


Ma è vero che i bambini piccoli sentono meno freddo degli adulti anche quando la temperatura è molto bassa?
«Sì è vero. Il loro metabolismo è più elevato, hanno bisogno di più tempo di noi per sentire freddo. D'altronde chiunque abbia un figlio si è reso conto che noi vogliamo coprirlo e lui rifiuta il cappello o i guanti perché non percepisce il freddo».

L'aver camminato tanto ha permesso ai piccoli di affrontare meglio le avversità e anche il rigore della notte?
«Sono arrivati a basse temperature piano piano. Non improvvisamente come se fossero stati travolti da una slavina o fossero piombati un lago ghiacciato. Questo ha permesso ai loro corpi di adattarsi e di compensare».

Sono stati fermi a lungo, come è satto possibile evitare il congelamento?
«Sicuramente erano in un posto, in qualche modo, protetto. Dove non tirava vento, per esempio. Lo stare fermi, in quella situazione, ha fatto sì che non arrivasse il gelo al loro sistema cardiocircolatorio, Cuore e cervello si sono salvati».

Ma erano anche senza cibo e senza acqua?
«L'incoscienza e l'intraprendenza di un bambino riesce sempre a sorprendere. Avranno quasi certamente bevuto un po' di neve sciolta e così hanno soddisfatto il bisogno primario del nostro organismo, anche se è freddo, che è quello di idratarsi» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero