Il cantante Lino Vairetti: «La mia bronchite asmatica, da 50 anni è rock and roll»

Lino Vairetti
Professione: cantante. Ma soffro da sempre di bronchite asmatica. Proprio così. Ascolta: Arriva la prova costume: come evitare che diventi ansia. Si può stare...

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Professione: cantante. Ma soffro da sempre di bronchite asmatica. Proprio così.

Può sembrare un paradosso, ma questa malattia mi ha accompagnato per tutta la mia carriera, per tutta la mia vita. Raffreddore, naso chiuso. Ho avuto due momenti particolarmente difficili. Il primo negli anni Settanta, quando dissi ai musicisti che avrebbero dovuto sostituirmi se non avessi recuperato l’energia necessaria per reggere i tour faticosi ed impegnativi che facevano. Il secondo negli anni Novanta, tale da non poter più esibirmi per alcuni anni. Per fortuna, le cure mi hanno consentito di riprendere a fare quello che mi piace di più, pur se la debolezza alle vie respiratorie credo sia stata concausa del Covid aggressivo che ho avuto tra i primi in Italia, all’inizio della pandemia. Finalmente guarito, mi sento pronto per festeggiare i 50 anni degli Osanna con più concerti in programma nella penisola, da Roma a Genova, ovviamente a Napoli, nella mia città, e nel resto del Sud, con una tappa a Tokyo. Una nuova avventura condivisa con Gennaro Barba (batteria), Enzo Cascella (basso), Pako Capobianco (chitarra elettrica), Sasà Priore (piano), mio figlio Irvin e il sassofonista David Jackson, un mito del rock progressivo. Sedici album ho fatto tra cui l’ultimo “Il Diedro del Mediterraneo”, si è appena aggiunto il docufilm “Osannaples” scritto e diretto da Deborah Farina e il libro “L’uomo. Sulle note di un veliero” di Franco Vassia. Ma sono note le altre mie passioni: la fotografia (ho scattato io i primi ritratti di Pino Daniele, anche l’immagine in copertina del 45 giri “Che calore”); la grafica e la scultura, sostenuta dall’insegnamento in Accademia delle belle arti e nelle scuole. Come ho risolto il problema di salute? Con i farmaci, ovviamente prescritti da un medico pneumologo, con l’attività sportiva (cyclette e passeggiate quotidiane, a 73 anni meglio non giocare a calcio, bisogna avere rispetto per la propria età) e con gli esercizi quotidiani mirati, di respirazione. Ma, con il passare degli anni, ho anche imparato a convivere con questa patologia, tenendo a bada l’ansia, al punto che il mio quadro clinico è migliorato. Mi ha aiutato anche non aver fatto mai uso di droghe (solo rock & roll!) e non aver fumato mai, se non per posa, ovvero per cercare di attrarre le ragazze: ho subito capito che era una tecnica sbagliata. E poi, ho imparato a cantare “a modo mio”, esprimendo la mia creatività in diverse forme.

cantante e leader degli Osanna

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Il Messaggero