In attesa che arrivino i farmaci, che sembravano dietro l'angolo fino a pochi anni fa ma che invece si stanno rivelando più difficili del previsto da trovare,...
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Le persone possono ridurre il rischio di demenza con l'esercizio regolare, affermano le linee guida, evitando il fumo e l'alcol, tenendo sotto controllo il peso, la pressione, il colesterolo e la glicemia, mentre non ci sono sufficienti evidenze che l'utilizzo di supplementi, come quelli di vitamine B ed E, possano avere un effetto. «Nei prossimi 30 anni il numero di persone con demenza potrebbe triplicare - afferma il direttore generale dell'Oms Tedros Ghebreyesus -. Le evidenze scientifiche raccolte da queste linee guida confermano ciò che sospettavamo da qualche tempo, cioè che ciò che è buono per il cuore è buono anche per il cervello».
La malattia, ricorda il documento, è uno dei principali fattori di disabilità negli anziani, e il suo costo per la società potrebbe crescere fino a duemila miliardi di dollari l'anno nel 2030. «Si tratta di indicazioni consolidate che vengono da diverse ricerche - commenta Paolo Maria Rossini, ordinario di neurologia dell'Università Cattolica -. Ci sono studi che hanno dimostrato che agire su questi fattori di rischio sopra i 50 anni può ridurre il numero di nuovi casi del 20-30%, un risultato molto importante soprattutto visto che non ci sono ancora terapie. La strategia è ottimale se prevede anche una diagnosi precoce, in modo tale da individuare subito chi è ad alto rischio e agire subito con un controllo rigoroso di questi parametri, personalizzando gli interventi».
In Italia, afferma l'Iss, il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre un milione (di cui circa 600 mila con demenza di Alzheimer) e circa 3 milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell'assistenza dei loro cari. «in Italia siamo teoricamente avvantaggiati sull'alimentazione e forse sull'obesità - afferma Rossini, che dirige l'Area Neuroscienze del Policlinico Gemelli -, mentre sull'attività fisica e sulla scolarizzazione stiamo perdendo terreno. Negli ultimi anni poi, anche a seguito della crisi economica e dell'impoverimento dei servizi Sanitari Regionali, stiamo trascurando il controllo dei parametri come la pressione e il colesterolo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero