L'amore per il rischio non è innato, bensì modellato dall'ambiente sociale. E' questa la conclusione di uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings...
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Quando hanno iniziato la scuola elementare, le alunne Mosuo erano più propense al rischio dei bambini della stessa cultura, mentre l'inverso accadeva tra quelle di etnia Han. Ma questo ha cominciato a cambiare quando le piccole venivano esposte alla cultura opposta. «C'è stata una convergenza: il loro atteggiamento nei confronti del rischio è diventato più simile man mano che passavano tempo insieme», spiegano gli autori dello studio. In sostanza la propensione al rischio è modificabile in giovane età. E farlo potrebbe avere conseguenze economiche a lungo termine. «Se si portassero le donne a scegliere percorsi di carriera più rischiosi ma più remunerativi - concludono - si potrebbe anche ridurre in parte il divario retributivo di genere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero