Jo Cameron, la donna che non sente dolore: scopre la sua anomalia a 65 anni

Jo Cameron, la donna che non sente dolore: scopre la sua anomalia a 65 anni
E’ una delle due persone al mondo che non sente dolore. Un pregio? Non proprio. Lei, per esempio, si accorge che si ustiona dopo aver usato il forno solo quando sente...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
159,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E’ una delle due persone al mondo che non sente dolore. Un pregio? Non proprio. Lei, per esempio, si accorge che si ustiona dopo aver usato il forno solo quando sente l’odore della sua pelle che si brucia. E' la scozzese Jo Cameron e i medici, secondo quanto riporta la Bbc, le hanno diagnosticato questa anomalia a 65 anni, quando si sono resi conto che non aveva bisogno di antidolorifici dopo un intervento chirurgico. A notarlo è stato l'anestesista Devjit Srivastava che ha chiesto aiuto ai genetisti del dolore dello University College di Londra e dell’Università di Oxford.




Jo non pensava fosse frutto di una alterazione genetica ma di una sua particolare resistenza. Infatti, non aveva sentito alcun dolore durante il parto. Comunque, non provare dolore la fa diventare da una parte più smemorata e dall'altra meno ansiosa. 

Il caso di Jo è stato oggetto di una ricerca scientifica pubblicata sul British Journal of Anesthesia. I ricercatori pensano come questa analisi possa essere utile per affrontare le terapie del dolore per chi, invece, non è affetto da questa alterazione genetica. 

  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero