Ipocondria: empatia e ascolto sono le chiavi per la cura

Ecco la terapia per la "malattia fantasma"

Ipocondria: empatia e ascolto sono le chiavi per la cura
Se l’ipocondria è da un certo punto di vista una “malattia fantasma”, impossibile da oggettivare, chi ne soffre però non è un malato...

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Se l’ipocondria è da un certo punto di vista una “malattia fantasma”, impossibile da oggettivare, chi ne soffre però non è un malato immaginario, perché il disturbo di cui è affetto è reale e merita rispetto.

A cominciare dall’evitare una serie di espressioni conversando con un ipocondriaco, come «è tutto nella tua testa» o «sono certo che stai bene». Questo nega a priori la validità delle loro sensazioni e li fa sentire “liquidati”. Al contrario, è importante aprirsi all’ascolto e incoraggiarli a verbalizzare le loro paure, senza però assecondarle. Fate capire loro che comprendete il problema, senza però incoraggiare pensieri ossessivi. Chi è ipocondriaco deve spesso fare i conti con l’insofferenza e l’incomprensione degli altri. Da evitare anche le espressioni di commiserazione. Gli ipocondriaci hanno bisogno di empatia, non di essere assecondati nelle loro errate convinzioni o peggio giudicati. 


COSA FARE


Se la persona ansiosa chiede di essere rassicurata, è possibile far capire che si comprende la sua ansia e il suo sforzo nel gestirla. Tuttavia, più si parla della specifica preoccupazione per la salute su cui l’altro si sta concentrando, più si convalida e si attribuisce valore alle sue paure. Va ricordato che qualsiasi sollievo dato dalla rassicurazione è di breve durata e l’ansia tornerà presto. Se un ipocondriaco si confida con voi, vorrà sentirsi supportato. Dunque, non cambiate discorso, ma non indulgete nemmeno sulla sua linea di pensiero catastrofico. Suggeritegli con gentilezza di cercare un aiuto qualificato. È molto più utile riconoscere la sofferenza che prova la persona ipocondriaca e incoraggiarla amorevolmente a farsi supportare da uno psicoterapeuta. Fate capire loro che non sono soli con il loro problema e che ci sono terapie che possono fare stare meglio. Alcuni esercizi possono aiutare l’ipocondriaco a capire meglio cosa gli sta accadendo, a renderlo consapevole delle “trappole” rappresentate da pensieri automatici e impulsivi o dalle emozioni e aiutarlo ad individuare i fattori scatenanti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero