La nuova normativa sul confezionamento e la conservazione dei cibi detta una serie di parametri vincolanti sulla sicurezza alimentare e sulla qualità che devono essere...
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C'è da fidarsi, quindi, delle insalate in busta? Quali le garanzie di sicurezza e igiene? A fare chiarezza, dal lavaggio alla conservazione, è il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food. Dal 13 agosto 2015, ad esempio, è scattato l'obbligo per tutti i produttori e per la distribuzione di garantire il rispetto della catena del freddo a una temperatura uniforme e costantemente inferiore agli 8°C lungo tutto il percorso che va dalle linee di confezionamento ai banchi refrigerati dei punti vendita. Insomma è la catena del freddo l'unico vero conservante a tutela di freschezza e qualità. La sicurezza dei prodotti di quarta gamma, sottolinea l'associazione, è garantita dai numerosi controlli che vengono effettuati lungo tutta la filiera produttiva e che i tempi che intercorrono tra la raccolta, la lavorazione e la vendita sono molto brevi affinché venga garantita la freschezza del prodotto.
La qualità e la sicurezza dal punto di vista igienico degli ortofrutticoli di quarta gamma vengono preservate attraverso lavaggio e asciugatura accurati. Il lavaggio, per il quale la normativa nazionale prevede almeno due vasche a ricambio continuo di acqua, avviene con acqua potabile e attraverso sistemi tecnologici avanzati che - a differenza del lavaggio domestico - garantiscono un prodotto sicuro e conforme a legge. È per questo motivo che il ministero della Salute consente di commercializzare il prodotto come «lavato e pronto al consumo».
Le aziende produttrici: nessun allarme. Affermazioni allarmistiche «ingiustificate e fuorvianti» sono diffuse online attraverso articoli sui risultati di uno studio dell'Università di Torino condotto su un campione di 100 insalate in busta che risale al 2012.
Il Messaggero