E' «vergognosamente bassa» la percentuale dei medici e degli operatori sanitai che si vaccina contro l'influenza. «Non abbiamo ancora i dati di quest'anno ma, in...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per l'esperto «la prima responsabilità di chi lavora nel campo della sanità è la salute del paziente. Non vaccinarsi significa mettere a rischio le persone in cura affette da gravi malattie, per le quali un'influenza può rappresentare un grave pericolo. Ma c'è anche la responsabilità nei confronti dell'azienda sanitaria che, nel caso si ammalino tutti gli operatori, va in tilt e non riesce a garantire assistenza».
Il comportamento poco saggio dei camici bianchi «ha diverse motivazioni» dice l'esperto. «Da un lato c'è sicuramente una sorta di sopravvalutazione della propria forza, ci si sente inattacabili magari perché non si ha mai avuto l'influenza. Il problema però è il rischio che si fa correre agli altri. Non mancano poi i creduloni che si fanno convincere da teorie antiscientiste».
Non a caso, su questo argomento, il dibattito è «molto forte soprattutto negli Usa dove - continua Bonanni - si sono ipotizzate anche forme di sanzioni per chi non si vacina. Senza arrivare a questo, penso che vadano messe in campo tutte le forme di incentivazione della vaccinazione tra medici e operatori sanitari. L'esempio è importantissimo» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero