Rosicchiare le unghie, ne soffrono tre persone su dieci: c'è il rischio infezioni

Rosicchiare le unghie, ne soffrono tre persone su dieci: c'è il rischio infezioni
Quando si portano troppo spesso le mani in bocca per rosicchiare unghie e staccare pellicine delle dita, il rischio non è solo rovinare l’estetica delle mani, ma...

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Quando si portano troppo spesso le mani in bocca per rosicchiare unghie e staccare pellicine delle dita, il rischio non è solo rovinare l’estetica delle mani, ma anche di infezioni e di danni alla salute del cavo orale, con minacce non indifferenti per denti e gengive.

«A rischiare sono soprattutto i bambini e i ragazzi, perché nell’età dello sviluppo il continuo rosicchiamento delle unghie può compromettere addirittura la corretta formazione delle ossa facciali e comportare delle malocclusioni dentali – spiega Rodolfo Gianserra, vicepresidente della Società italiana di parodontologia e implantologia – con riverberi possibili su tutto il resto dell’organismo, dalla postura alla deglutizione, dalla suscettibilità alle cefalee tensive a dolorabilità mandibolare e facciale». Il mangiarsi le unghie, onicofagia, può arrivare a interessare tre persone su dieci. È un problema soprattutto in età pediatrica, è un vizio molto diffuso soprattutto tra i 7 e i 10 anni. «Tende a migliorare nell’adolescenza e a scomparire intorno ai 30 anni – aggiunge Gianserra – anche se ci sono gli irriducibili che non abbandonano mai il vizio». C’è comunque un disturbo comportamentale alla base, precisa l’esperto, in generale l’incapacità di autoregolarsi, di gestire la noia e lo stress e anche gli aspetti emotivi e relazionali. Quando l’abitudine diventa radicata la persona si espone a infezioni batteriche, virali e fungine e non da ultimo parassitosi e questo contatto continuo col cavo orale può trasmettere le infezioni dalla mano alla bocca e viceversa, in una trasmissione senza fine a doppia direzione. Oltre al danno estetico evidente per le mani, si può avere anche un trauma fisico dei denti specie degli incisivi, in prima linea nel lavoro di rosicchiamento delle unghie. Si può andare incontro a lesioni anatomiche di usura. Chi mangia le unghie o anche le penne usa per ore senza accorgersene i propri incisivi, come un roditore.

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Il Messaggero