Infarto, l'uomo viene curato meglio della donna. Emergenza, esami, palpitazioni: le differenze

Lo studio: alle donne viene meno frequentemente fatto un elettrocardiogramma o messa una cannula venosa in ambulanza e praticato meno frequentemente rispetto agli uomini il trattamento antidolorifico o anche la semplice somministrazione di aspirina

Infarto, l'uomo viene curato meglio della donna. Emergenza, esami, palpitazioni: le differenze
Si sa che esistono differenze di genere in parecchie patologie. In particolare per quelle che riguardano il sistema cardio-vascolare già in precedenza ho evidenziato...

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Si sa che esistono differenze di genere in parecchie patologie. In particolare per quelle che riguardano il sistema cardio-vascolare già in precedenza ho evidenziato differenze esistenti sia nei fattori di rischio (in particolare l'ipertensione) che nello sviluppo e nella terapia sia medica che strumentale dell'infarto.

LE DIFFERENZE

In un recente numero della rivista Journal of the American College of Cardiology, Luke P. Dawson e i suoi collaboratori del Dipartimento di Cardiologia dell'Alfred Hospital di Melbourne (Australia) hanno pubblicato un articolo molto interessante sulle differenze tra uomini e donne per quanto riguarda l'epidemiologia, la qualità della cura e i risultati a distanza di pazienti con dolore toracico acuto.
Sono stati presi in considerazione oltre 200.000 soggetti giunti nei dipartimenti di emergenza australiani con questa sintomatologia tra il 2015 ed il 2019. Si sono valutati i loro percorsi sia prima che durante e dopo il ricovero in ospedale per avere un quadro completo delle differenze nell'intero ciclo terapeutico a seconda del sesso.
Il tempo tra chiamata ed arrivo dell'ambulanza era lo stesso in entrambi i sessi, ma dopo l'accesso iniziale le donne mediamente avevano un tempo di trasporto in ospedale più lungo.

 

L'ANGINA

A loro inoltre veniva meno frequentemente fatto un elettrocardiogramma o messa una cannula venosa in ambulanza e praticato meno frequentemente rispetto agli uomini il trattamento antidolorifico o anche la semplice somministrazione di aspirina.
Una volta arrivate in ospedale le donne venivano valutate dal personale medico più tardi rispetto agli uomini e dimesse dai dipartimenti di emergenza più tardi. Anche quelle in cui la diagnosi finale era di sindrome coronarica acuta (infarto o angina instabile) ricevevano un trattamento peggiore. Era inferiore del 29% il ricovero in terapia intensiva nonché il ricorso alla coronarografia.

L'EMERGENZA

In aggiunta negli ospedali più piccoli il trasferimento delle donne in ospedali maggiormente attrezzati era il 26% in meno. Ciò si traduceva, nelle pazienti in cui il dolore toracico era dovuto ad infarto miocardico, in una mortalità a 30 giorni superiore del 24%, nonché in una percentuale di re-ricoveri in pronto soccorso maggiore del 68% rispetto agli uomini. La più alta mortalità o riammissione in ospedale delle donne ci fa capire quindi che tutta la catena dell'emergenza ha un'importanza fondamentale. In particolare negli infarti, in cui il tempo è una componente fondamentale per il salvataggio di muscolo cardiaco e quindi per la prognosi a distanza di tempo.

 

PALPITAZIONI

C'è da dire che il ritardo o la mancanza di diagnosi di infarto nelle donne è più facile. Le donne hanno infatti tanti sintomi oltre al dolore precordiale. Nausea, vomito, palpitazioni, stanchezza, vertigini e affanno, spesso più frequenti nelle donne che negli uomini, possono contribuire a rendere la diagnosi più complicata e quindi ad allungare i tempi della terapia.



*Professore di Cardiologia
Università Cattolica, Roma Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero