Il virus dell'Hiv, completamente azzerato in un uomo sieropositivo, dopo il trapianto di cellule staminali da un donatore con una specifica mutazione genetica che le rendeva...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nel caso specifico l'uomo era sieropositivo dal 2003 e aveva iniziato nel 2012 la terapia antiretrovirale. Nello stesso anno gli era stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin in stato avanzato. Così, oltre alla chemioterapia, nel 2016 ha ricevuto il trapianto di cellule staminali di un donatore con questa mutazione, che rende la persona resistente al ceppo più comune di Hiv. Il trapianto ha così cambiato il sistema immunitario del paziente, dandogli la stessa resistenza all'Hiv del donatore. Molte forme di Hiv si servono di un gene, il Ccr5, che funziona da recettore e viene utilizzato dal virus per entrare nelle cellule da infettare. Alcune persone sono portatrici di una particolare mutazione del gene CCR5 che le protegge dall'infezione. I ricercatori hanno fatto sospendere la terapia antiretrovirale al paziente a 16 mesi dal trapianto, e 18 mesi dopo non hanno trovato traccia del virus nell'uomo. Un risultato che dimostra, secondo gli studiosi, come il primo caso di remissione, quello del 'paziente di Berlinò, non sia stato un'anomalia e offre nuovi elementi per lo sviluppo di una terapia di questo tipo. A differenza del 'paziente di Londrà, quello di Berlino era malato di leucemia e aveva dovuto sottoporsi a due trapianti di staminali, e non uno solo. Inoltre ha ricevuto una totale irradiazione del corpo, mentre nel caso dell'uomo inglese la chemioterapia è stata meno intensa.
Per il direttore esecutivo del programma delle Nazioni Unite per la lotta all' Aids (Unaids), Michel Sidibè, questa notizia è un «grande incoraggiamento», e «anche se molto altro lavoro deve essere ancora fatto, questo risultato ci dà una grande speranza per un futuro in cui potremo porre fine all' Aids con l'aiuto della scienza, di un vaccino o di una cura».
Il Messaggero