Il popolo della notte si divide in due grandi categorie che come binari paralleli non si incroceranno mai: quelli che crollano appena dopo cena e all'alba sono svegli...
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La fascia oraria tradizionalmente cruciale per lo studio o il lavoro, attività che secondo gli scienziati vedrebbero i gufi sfavoriti per natura. La ricerca ha coinvolto 38 volontari tra gufi (a letto alle 2.30, sveglia alle 10.15) e allodole (sotto le coperte prima delle 23, già operativi alle 6.30), analizzandone le funzioni cerebrali a riposo attraverso esami di risonanza magnetica. I partecipanti allo studio sono stati inoltre chiamati a svolgere una serie di compiti in diversi momenti della giornata fra le 8 e le 20, ed è stato chiesto loro di riferire i propri livelli di sonnolenza. È risultato che le allodole erano meno assonate e più reattive nei test fatti al mattino presto, mentre i gufi apparivano più svegli e veloci nelle prove serali, pur non facendo molto meglio delle allodole. Ma il dato indicativo per gli autori riguarda «la connettività cerebrale nelle regioni chiave per avere migliori performance e minore sonnolenza», cioè quelle decisive sui libri o alla scrivania: connettività «significativamente più alta nelle allodole in tutti i momenti» analizzati, sentenziano gli scienziati, deducendo che «la connettività dei gufi è compromessa durante l'intera giornata lavorativa».
Per il team britannico non si tratterebbe di un problema da poco, anche considerando che il 40-50% della popolazione dichiara di preferire uno schema da gufo - evidenzia la Bbc online - coricandosi un pò più tardi la sera e puntando la sveglia dopo le 8.20.
Il Messaggero