Giacomo Perini, 23 anni, a 18 un tumore, nominato Cavaliere della Repubblica per "testimonianza della forza dei pazienti oncologici".

Giacomo Perini, 23 anni romano
La diagnosi di tumore cambia la vita, ma può cambiarla in meglio. E' quello che è accaduto a Giacomo Perini, 23 anni, nominato Cavaliere della Repubblica per la...

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La diagnosi di tumore cambia la vita, ma può cambiarla in meglio. E' quello che è accaduto a Giacomo Perini, 23 anni, nominato Cavaliere della Repubblica per la sua "straordinaria testimonianza della forza e delle difficoltà proprie dei pazienti oncologici". Oggi atleta paralimpico, autore di un libro, protagonista di uno spettacolo teatrale e studente universitario: senza la malattia forse niente di tutto questo sarebbe accaduto.



«Stavo camminando e ho sentito improvvisamente la gamba cedermi». Così, a soli 18 anni, Giacomo ha scoperto di avere un osteosarcoma al femore, una rara forma di tumore. Da lì iniziano controlli, ricoveri, diagnosi e una prima operazione presso il Rizzoli di Bologna: un terremoto che ha sconvolto la vita di un normale 18enne romano, iscritto all'ultimo anno delle superiori, appassionato di equitazione e studioso quanto basta. Seguono mesi di paure, l'abbandono dei tornei a cavallo.

 
«La terra mi è mancata sotto i piedi, ma ho scoperto la bellezza delle cose che facciamo quotidianamente, come camminare». E' in questo periodo che Giacomo scopre l'amore per lo studio, decidendo di diplomarsi e di iscriversi alla Facoltà di Scienze Politiche. Ed è in questo periodo che scopre la passione per la scrittura.

Nasce così il libro "Non siamo immuni". Seguono recidive e infezioni, protesi, l'amputazione della gamba, un susseguirsi di operazioni e cicli di chemioterapia. Ma anche il desiderio di condividere la sua esperienza, per infondere coraggio. Sono nati così il documentario "Gli anni più belli", premiato dall'Associazione italiana Oncologia Medica (Aiom), e lo spettacolo teatrale "I fuori sede", realizzato con l'Associazione Pancrazio e la Favo per dar voce ai malati di cancro. Grazie alla sua determinazione e al suo coraggio, Giacomo lavora oggi presso la Federazione Triathlon del Coni e incontra gli studenti per raccontare cosa significhi trasformare le difficoltà in occasioni per creare valore. Ed è tornato alla sua prima passione, lo sport, dapprima con la Nazionale Paralimpica di Canottaggio, ora con il nuoto paralimpico.


 
«La sostenibilita' di cui molto si parla - dice - e' ambientale, etica, sociale. E quello che voglio fare e' dedicarmi all'inclusione di tutte quelle persone che hanno passato le difficiolta' che ho passato io, dando loro forza e coraggio, sperando che questo ci consenta di rendere il mondo davvero piu sostenibile, equo e giusto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero