Fumo, smettere restituisce luminosità e elasticità al volto già dopo 9 mesi

Fumo, smettere restituisce luminosità e elasticità al volto già dopo 9 mesi
Dire addio alle sigarette fa bene a tutto l'organismo, anche alla salute della pelle. Già dopo 9 mesi senza fumo si osserva infatti una riduzione oggettiva dei segni...

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Dire addio alle sigarette fa bene a tutto l'organismo, anche alla salute della pelle. Già dopo 9 mesi senza fumo si osserva infatti una riduzione oggettiva dei segni dell'invecchiamento del volto. E' questo il risultato di uno studio italiano, pubblicato su SkinMed e primo nel suo genere nella letteratura scientifica internazionale, discusso nell'ambito del 39/mo congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (Sime) che si è svolto a Roma.


 
«Abbiamo reclutato 60 forti fumatrici chiedendo loro di smettere di fumare per 9 mesi» spiega Adele Sparavigna, presidente dell'Istituto di ricerca in Dermatologia Derming di Milano. «In questo modo, abbiamo potuto dimostrare che l'astensione dal fumo di sigaretta provoca un ringiovanimento misurabile della pelle del volto». Nello specifico, sottolinea, «era visibile un aumento di molto considerevole della luminosità del tessuto, riduzione rughe perioculari e il ritorno a condizioni quasi iniziali delle proprietà meccaniche della cute». 


A provocare la maggior parte dei danni dovuti al tabacco, come noto, non è la nicotina, ma le sostanze dannose derivate dalla combustione.
«La letteratura scientifica - spiega Luigi Godi, senior Scientific & Medical Advisor Philip Morris Italia - ne riporta da 4000 o 8000, di cui un centinaio cancerogene e circa 120 dannose o potenzialmente dannose. Queste, una volta inalate, vanno a creare danni nell'organismo, inclusa la pelle».  Philip Morris ha iniziato 10 anni fa una scrupolosa attività di ricerca nei prodotti a rischio potenzialmente ridotto che riscaldano il tabacco senza bruciarlo e, così facendo, riescono a diminuire il danno nei soggetti adulti che non riescono a smettere di fumare. «Abbiamo già condotto 8 studi clinici sulla cinetica della nicotina e altri 2 di lunga durata sono in corso. Tramite questi studi - spiega Godi - è emerso come la formazione di sostanze nocive diminuisce molto con l'uso di prodotti a rischio potenzialmente ridotto. Nel caso del monossido di carbonio, ad esempio, fino al -98,6%. Questo permette all'emoglobina di trasportare più ossigeno ai tessuti periferici, con effetti positivi sui danni fumo-correlati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero