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In principio è stata la Toscana. Prima all’ospedale di Empoli e poi a quello di Firenze.
L’esordio delle erbe in corsia è stato qui. Poi, a passi molto lenti, la medicina fitoterapica si è diffusa (molto poco) soprattutto negli ambulatori di oncologia. Dove viene affiancata alle cure tradizionali. Parliamo del Centro di Riferimento Regionale per la Fitoterapia (CERFIT) della Regione Toscana, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi diretto e fondato dal dottor Fabio Firenzuoli, docente di Fitoterapia clinica all’Università di Firenze. Un centro di riferimento internazionale per questa branca, certificata, della medicina. Le attività principali: dalla definizione di protocolli terapeutici alla valutazione delle interazioni farmacologiche alle sperimentazioni.
L’EFFICACIA
Va ricordato che i medicinali fitoterapici sono tutti quei prodotti il cui principio attivo è una sostanza vegetale. Sono stati ufficialmente approvati dall’Agenzia italiana del farmaco che ne ha verificato la loro qualità, efficacia e sicurezza. Sono venduti esclusivamente nelle farmacie, alcuni dietro presentazione di ricetta medica ed altri come medicinali senza obbligo di prescrizione o medicinali da banco. Si tratta di veri e propri farmaci, per cui in ogni caso, anche nel caso in cui siano acquistabili senza prescrizione medica, devono essere seguite le indicazioni che riguardano posologia e modalità di assunzione. Alcuni sono acquistabili dietro presentazione di ricetta medica (per esempio, iperico per depressione lieve e moderata, serenoa repens per ipertrofia prostatica benigna), altri invece sono farmaci da banco come per l’estratto idroalcolico di pelargonium sidoides, per il trattamento del comune raffreddore. «In particolare - si legge nel sito dell’Istituto superiore di sanità - per questi prodotti nei consumatori deve aumentare la consapevolezza che un prodotto non è sicuro solo perché è “naturale” e che anzi, proprio dall’attività “fisiologica” responsabile degli effetti rivendicati, in determinate condizioni potrebbero manifestarsi effetti inattesi o indesiderati».
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