NEW YORK – Ci vorrà la collaborazione di tutti i governi del mondo, dell'industria farmaceutica, di quella agricola e di quella alimentare. Uno sforzo gigantesco...
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Ma le Nazioni Unite hanno deciso di mobilitarsi. E lo hanno fatto con un summit al latere dell’apertura dell’Assemblea Generale, quando tutti i leader del nostro pianeta sono a New York. E’ stato il segretario generale Ban Ki moon in persona a inaugurare il summit contro la AMR (Anti Microbial Resistance) dicendo: "Questa è una realtà presente che riguarda tutto il mondo rurale e urbano, gli ospedali e le fattorie, le comunità e le scuole. Rischiamo di perdere la capacità di proteggere le nostre comunità da infezioni che una volta giudicavamo banali. La nostra lotta contro la malaria, l’aids, la tubercolosi potrebbe arenarsi davanti alla minaccia di questi parassiti. Tutto lo sforzo che abbiamo fatto e faremo per far emergere dalla povertà una larga parte dell'umanità potrebbe essere sconfitto da questi nemici”.
Il summit sull’AMR è stato solo il quarto nei 70 anni di vita dell’Onu dedicato a una questione che riguardi la salute (l‘ultimo è stati contro l’ebola). Tutti e 193 i Paesi che fanno parte dell’assise mondiale hanno firmato un accordo per cominciare a fare i primi passi concreti tutti insieme. Alcuni dei primi passi sono ovvi: assicurare le vaccinazioni per tutti, acqua pulita e servizi sanitari, oltre a un’accresciuta igiene negli ospedali così come negli allevamenti di animali. I nemici sono infinitesimamente piccoli e subdoli, ma il mondo ha deciso di lavorare per fermarli. L'alternativa è impensabile: ricadere in una realtà in cui un semplice parto cesareo, un'appendicite, una ferita qualsiasi, un'influenza, possono trasformarsi in un'infezione che ci potrebbe uccidere.
Anna Guaita
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Il Messaggero