Una persona su tre soffre di carenza di ferro, con o senza anemia. Una condizione che può essere anche molto debilitante e, se prolungata e non adeguatamente trattata,...
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Senza sufficiente ferro a disposizione, il corpo umano non può funzionare correttamente. E' essenziale per la produzione dei globuli rossi e per assicurare un efficace funzionamento di cuore e muscoli scheletrici. Il ferro svolge un ruolo fondamentale nel combattere le infezioni e le malattie, mantenendo i livelli di energia e la normale funzione cerebrale. Quando le riserve di ferro nell’organismo diventano scarse, ne risentono il metabolismo, la salute mentale e fisica, la produttività e la funzionalità sessuale. Secondo l’Organizzazione Mondiale sella Sanità, la carenza di ferro può causare una riduzione del 30% dell’attività fisica. Durante la vita fertile, quasi 1 donna su 3 soffre di carenza di ferro, principalmente associata alle perdite eccessive di sangue dovute a un ciclo mestruale abbondante, condizione con cui deve fare i conti il 10-30% dell’universo femminile.
Stanchezza, frequenti mal di testa, scarsa concentrazione, si ripercuotono anche sulle performance lavorative e scolastiche: si stima che il 19% delle studentesse soffra di questi sintomi a causa di una carenza. Particolarmente delicato per la donna è il periodo della gestazione, che comporta un aumento di 3 volte del fabbisogno di ferro per lo sviluppo della placenta e del feto, in particolare per lo sviluppo cerebrale e del sistema immunitario. Lo stato anemico, se importante e prolungato, raddoppia il rischio di parto prematuro e triplica per il bambino il rischio di basso peso alla nascita.
In media, il 40% delle future mamme inizia una gravidanza senza adeguate scorte di ferro e il 90% non assume sufficiente ferro durante la gestazione.Lo stato anemico può perdurare anche dopo il parto. Anche l’infiammazione associata a determinate condizioni patologiche a lungo termine come lo scompenso cardiaco, l’insufficienza renale cronica e le malattie infiammatorie croniche intestinali, può ridurre la quantità di ferro assorbita dall’intestino e poi resa disponibile all’occorrenza, generando così carenza di ferro. .
«Il 50% dei pazienti affetti da scompenso cardiaco ha una qualche forma di carenza di ferro – afferma Maurizio Volterrani, primario di Cardiologia al San Raffaele Pisana di Roma –.
Il Messaggero