Sulla felicità ci sbagliamo, parola dello psicologo americano Daniel Gilbert

Lo psicologo Daniel Gilbert
Se temete di essere licenziati o odiate i lunedì, vi sbagliate. Se, al contrario, non vedete l’ora di avere figli o credete che vincere alla lotteria farebbe la vostra...

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Se temete di essere licenziati o odiate i lunedì, vi sbagliate. Se, al contrario, non vedete l’ora di avere figli o credete che vincere alla lotteria farebbe la vostra felicità nei secoli dei secoli, vi sbagliate ancora. Secondo Daniel Gilbert, professore di psicologia ad Harvard e autore del libro ‘Stumbling on happiness’ (letteralmente ‘Inciampando nella felicità’), dovreste andare con entusiasmo dal dentista ed essere esaltati per le innumerevoli possibilità che vi attendono se per caso doveste perdere il treno.


Insomma, per dirla con un noto comico, la risposta sulla felicità è dentro di noi. Però è sbagliata. Alcuni eventi che nell’immediato ci appagherebbero (o almeno così pensiamo) come vincere alla lotteria o avere un figlio, non avrebbero invece alcun effetto sulla nostra felicità se riconsiderati dopo sei mesi, spiega Gilbert. Se immaginiamo, invece, una delle cose peggiori che ci potrebbe succedere, come ad esempio diventare ciechi, scopriremo che saremmo infelici solo nei primi tempi, ma col tempo la disperazione passerebbe in secondo piano, per poi svanire del tutto. L’essere umano, secondo lo psicologo di Harvard, giudica gli eventi secondo proprie simulazioni mentali che però sono spesso sbagliate, approssimative o quantomeno estreme.

Per esempio, se pensiamo di perdere il treno, ci viene naturalmente da ricordare l’ultima volta che ci è capitato e tutta la serie di sventure inenarrabili che si sono innescate l’una dopo l’altra al seguito dello sfortunato evento. Ma non sempre le cose vanno in modo così estremamente catastrofico. Così come nella sala d’attesa del dentista potrebbe esserci una musica piacevole che potrebbe invogliarci a chiedere un appuntamento alla segretaria carina. La quale magari accetterebbe pure. Ma invece di pensare alla segretaria, pensiamo al dolore del trapano, il che basta a fare dell’idea del dentista la cosa più spaventosa dopo un’eventuale apocalisse zombie.


Le persone, scrive Gilbert, tendono anche a sopravvalutare il loro presente ai danni del futuro. Così, se riguardate ora quella terribile foto del vostro taglio di capelli del liceo vi sembrerà – appunto – terribile, ma all’epoca pensavate probabilmente che i capelli cotonati sarebbero andati di moda per sempre. E ne eravate ben contenti. Insomma, a conti fatti sembra molto più difficile di quanto immaginassimo capire cosa ci renderà felici o meno. Esiste solo una cosa, secondo Gilbert, della quale si possa prevedere l’effetto: avere figli. Se ne avrete, sarete sicuramente più infelici. Parola di psicologo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero