Federico Villa (Eli Lilly): «Accesso alle cure più facile per creare un circuito virtuoso»

Il dirigente del gruppo: «Serve migliorare prevenzione e presa in carico del paziente»

Federico Villa, Associate Vice President Corporate Affairs & Patient Access di Eli Lilly
A lla vigilia delle elezioni europee 2024, il mondo pharma invita i candidati a sostenere un’Europa che investa nei progressi della salute e della biomedicina. Abbiamo...

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A lla vigilia delle elezioni europee 2024, il mondo pharma invita i candidati a sostenere un’Europa che investa nei progressi della salute e della biomedicina. Abbiamo chiesto a Federico Villa, Associate Vice President Corporate Affairs & Patient Access di Eli Lilly, quali sono le aspettative della sua azienda.

Come riuscire a far arrivare prima ai pazienti le innovazioni terapeutiche?

«Snellire il processo di approvazione dei farmaci deve essere una priorità per l’Europa e i suoi Stati membri. Una semplificazione del quadro normativo volto ad accelerare i processi e l’accesso alle cure per i pazienti garantirebbe un migliore stato di salute della popolazione e attiverebbe un circolo virtuoso in cui le aziende del settore farmaceutico potrebbero reinvestire più velocemente i profitti in ricerca, per generare sempre più soluzioni di cura innovative. Tutto ciò farebbe inoltre dell’Europa un hub attrattivo di investimenti di capitale estero».

Quale strategia proponete per affrontare la pandemia delle malattie croniche non trasmissibili?

«Patologie come il cancro, il diabete, l’obesità e le demenze sono responsabili di quasi il 75% dei decessi in Europa. C’è la necessità di una strategia comune europea coraggiosa e lungimirante per migliorare prevenzione, diagnosi precoce e una rapida presa in carico per generare migliori esiti di salute pubblica e sostenibilità economica per i sistemi sanitari nazionali. Le patologie croniche pesano infatti ogni anno il 3,3% sul Pil dei Paesi OCSE/UE28».

Come attrarre nuovi investimenti per la ricerca e qual è il vostro impegno?

«La futura revisione della legislazione farmaceutica è un’occasione unica per rilanciare la competitività dell’Europa nel settore life science. È fondamentale tutelare la proprietà intellettuale, alla base degli investimenti in ricerca, così come accelerare la valutazione HTA dei nuovi farmaci per rendere prima disponibile ai pazienti il prodotto della ricerca stessa. Lilly reinveste circa un terzo dei suoi ricavi in ricerca, posizionandosi tra le prime aziende in assoluto per rapporto tra fatturato e investimenti in ricerca e sviluppo».

Come coniugare sostenibilità ambientale e produzione dei farmaci?

«Sappiamo che la produzione di farmaci richiede l’uso di risorse preziose, tra cui energia, acqua e materie prime, per questo la sostenibilità è al centro delle tecnologie impiegate nei nostri impianti produttivi. Cerchiamo continuamente un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e gli aspetti più critici relativi alla produzione di farmaci che prevedono l’uso di componenti e cicli di produzione complessi».

Lilly crescerà ancora in Europa e in Italia?

«Solo in Italia, a Sesto Fiorentino, abbiamo di recente annunciato un investimento di oltre 750 milioni di euro. E nei prossimi anni continueremo a potenziare il nostro piano di sviluppo e produzione a livello globale grazie alle scoperte della nostra ricerca».

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Il Messaggero