Febbre, raffreddore, tosse: 200mila malati a settimana. Sintomi, durata e consigli del virologo

Covid e "virus cugini" continuano ad essere pericolosi in particolare per anziani e fragili

Una vera e propria impennata delle infezioni respiratorie che in questo autunno stanno facendo sperimentare a un numero crescente di italiani  tosse, naso che cola,...

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Una vera e propria impennata delle infezioni respiratorie che in questo autunno stanno facendo sperimentare a un numero crescente di italiani  tosse, naso che cola, febbre. «Si può stimare che siano saliti a 200mila a settimana», afferma il virologo Fabrizio Pregliasco, secondo il quale «i microbi che si guadagnano la scena in questo momento sono in particolare i virus parainfluenzali», che si avvantaggiano degli sbalzi climatici, ancora presenti in questi giorni, spiega l'esperto dell'università Statale di Milano. «Poca cosa sta facendo invece l'influenza in questa fase: i dati di incidenza sono in crescita, ma siamo ancora in una fase di intensità bassa, seppur in continua evoluzione», chiarisce Pregliasco.

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Le infezioni più diffuse e cosa fare 

A colpire sono «infezioni respiratorie dovute a diversi agenti: rhinovirus nel 40% dei casi, enterovirus nel 20%, in crescita. E ancora adenovirus, parechovirus. Il grosso è un pò questo. Anche il Covid imperversa. Mentre la stagione dell' influenza vera e propria, da quel che osserviamo, credo che non sia ancora partita».

Per quanto riguarda i sintomi del Covid e dei suoi "virus cugini", il virologo spiega: «Le manifestazioni sono variegate, vediamo magari raffreddori un pò più lunghi, situazioni con febbre non tanto alta ma sintomi respiratori. E quindi diciamo che la durata» dell'infezione con i suoi relativi malesseri «è all'incirca una settimana. Come sempre, la terapia che si può fare è con farmaci per i sintomi, quindi automedicazione responsabile».

Con un ultimo ma fondamentale consiglio: aggiunge Preglia: «Suggerisco ai fragili, almeno a loro, l'esecuzione del tampone Covid. Ricordiamolo: il virus Sars-CoV-2 nei fragili ancora oggi può far male. E facendo il test si può utilizzare il più precocemente possibile in anziani e fragili l'antivirale specifico per il Covid».

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Il Messaggero