Ringiovanimento del viso e del collo con un intervento meno invasivo e dagli effetti più duraturi. E’ boom di richieste per il “minilifting...
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L’operazione si esegue in anestesia locale con sedazione e, soprattutto, in regime di day hospital. Ideato da Sam Hamra di Dallas (USA), diffuso dall’australiano Mendelson e reso più pratico dal tedesco Funk, il nuovo intervento di lifting composito è stato introdotto per la prima volta in Italia dal chirurgo plastico Daniele Spirito, di Roma, docente da 19 anni nel Master di Chirurgia Estetica nella Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica dell’Università di Milano: la tecnica è stata presentata al congresso della Società Italiana di Chirurgia Plastica (Sicpre) a Roma, a quello Italo-Brasiliano a Napoli e dimostrata in diretta lo scorso 15 giugno a Roma nella Casa di Cura “Karol Wojtyla Hospital” all’Eur.
«La tecnica del lifting composito può essere ormai considerata una valida alternativa al classico lifting facciale, i risultati sono di molto superiori alle aspettative - afferma Spirito - L’idea è rivoluzionaria: i tessuti vengono sollevati in maniera ‘composita’ che vuol dire di tutti i tessuti insieme e gli effetti durano più a lungo del classico lifting. L’incisione è unica davanti l’orecchio e ripercorre le sue pieghe, si esegue in anestesia locale con sedazione. In una settimana il paziente riprende la propria vita. Si applica la fasciatura completa per 24 ore e poi una speciale medicazione compressiva e adesiva che avvolge il collo fino alle orecchie per 4 giorni».
La richiesta è sempre maggiore e tutto lascia pensare che il “minilifting composito” cambierà per sempre il ritocco di viso e collo. «I risultati sono entusiasmanti - prosegue l’esperto - Il viso ringiovanisce di dieci anni, i rischi di complicanze sono ridotti, il recupero è più rapido e la durata nel tempo è sensibilmente maggiore. Tantissimi i vantaggi per i pazienti - conclude - che sempre più scelgono di sostituire in via definitiva il lifting tradizionale completo per l’approccio mininvasivo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero