La legionella uccide a Brescia e Lecco. L'allarme si allarga nel Nord Italia. Nel Bresciano un caso sospetto è diventato caso accertato. È morta infatti per...
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Lo ha stabilito l'autopsia disposta da Ats di Brescia quando la famiglia della donna, Guglielmina Castelletti, stava già organizzando i funerali. Sale così a due vittime il bilancio dell'epidemia che sta interessando la Bassa bresciana orientale. I Comuni più colpiti sono Carpenedolo, Montichiari, Asola, Remedello, Calvisano, Acquafredda, Desenzano, Isorella e Visano. Paesi che si trovano tutti lungo il percorso del fiume Chiese, ora sotto osservazione come possibile fonte dell'epidemia batterica.
«Sono stati 235 gli accessi al pronto soccorso, 196 sono le persone attualmente ricoverate di cui 9 in terapia intensiva, 12 le persone che hanno rifiutato il ricovero o che sono state dimesse, due i decessi, uno con una diagnosi accertata di legionella», ha spiegato l'assessore al Welfare Giulio Gallera che in mattinata ha riferito in Consiglio Regionale e nel pomeriggio ha incontrato i vertici di Ats a Brescia. «Diamo un messaggio tranquillizzante perché l'acqua si può bere, non è un problema legato alle condutture dell'acqua pubblica, dato che le indagini fatte sui pazienti fanno propendere per la legionella che non si trasmette bevendo acqua o da persona a persona», viene assicurato da Ats.
«Non ci sono più nuovi casi e i numeri si riferiscono alla ricostruzione delle polmoniti che si sono sviluppate tra il 3 e il 7 settembre», ha aggiunto Gallera che entro l'inizio della prossima settimana avrà a disposizione le relazioni sui campionamenti effettuati in 111 siti della Bassa bresciana. Oltre alle indagini mediche ci sono poi quelle condotte dai carabinieri del Nas su ordine della Procura di Brescia che indaga per epidemia colposa.
«La curva epidemica è in calo» ha spiegato Gallera aggiungendo: «In 12 casi, sul numero totale di ricoveri, è stato accertato che si tratta di legionella».
Il Messaggero