Così le emozioni ci spingono ad agire subito: ​nelle emergenze l'empatia viaggia più veloce del pensiero

L’empatia dettata dalle emergenze provoca reazioni molto intense che viaggiano più veloci del pensiero. E il cervello ubbidisce allo stimolo

La primavera è oramai con noi da almeno due mesi. Tutti ci aspettavamo giornate tiepide con il profumo dei primi fiori, le prime gite al mare o in campagna, insomma la vita...

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La primavera è oramai con noi da almeno due mesi. Tutti ci aspettavamo giornate tiepide con il profumo dei primi fiori, le prime gite al mare o in campagna, insomma la vita serena e piacevole che ogni anno sancisce la fine dell’inverno. Ma non è così. 

C’è ancora la guerra in Ucraina, però sembra quasi che le immagini che l’accompagnano facciano oramai parte di uno spettacolo atteso, non c’è più la tensione dei primi giorni, l’angoscia e la preoccupazione per un paese intero, con tutti i suoi abitanti, a cui la vita è stata stravolta. 

LA MANO
Le immagini non si traducono più in emozioni violente. Ma basta una partita di tennis, e una tennista ucraina che si rifiuta di stringere la mano alla sua avversaria russa, per farci capire che, dietro le immagini c’è ancora chi muore e chi soffre.

Se non ci aiutano più le emozioni, a farci riflettere ci pensa la logica della ragione, e questa ci porta a condannare chi aggredisce e ad aiutare chi è aggredito, bombardato e violentato.

L’ANGOSCIA
Poi, all’improvviso, in questi giorni di metà maggio, tutto è diventato fortemente attuale, le emozioni negative sono andate alle stelle, l’empatia è tornata forte e ci siamo preoccupati e riempiti di angoscia per decine di migliaia di persone travolte dalle piogge, dalla piena dei fiumi e dall’acqua fangosa che in Romagna e nelle Marche ha invaso le strade e le case, e messo in ginocchio l’economia e la vita di tanti italiani. 

IL FANGO
Qui non c’è bisogno della ragione: emozioni, tante emozioni, capaci di attivare atti di altruismo straordinari, con persone di tutte le età che scendono per strada e aiutano chi non ha da mangiare, spalano fango, si improvvisano angeli e si dedicano totalmente al prossimo. 

E col canto professano la loro identità regionale e nazionale, che nei momenti drammatici viene fuori come elemento di aggregazione e di difesa comune.

Credo che le vicende drammatiche che questa difficile primavera ci porta sotto gli occhi siano capaci, con grande evidenza, di spiegarci come l’uomo sia fatto di ragione ed emozioni, di come spesso siano queste ultime a prevalere aiutandoci ad indirizzare i nostri comportamenti, risvegliando anche un senso morale nel discriminare il bene dal male; tuttavia, spesso, quando le emozioni si raffreddano, sono necessarie la logica ed il ragionamento per prendere decisioni corrette.

Come ci insegna il neurologo Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia nel 2002, sulle emozioni si basa il pensiero veloce, intuitivo ed emozionale, sulla ragione quello lento, riflessivo, analitico, deduttivo.

LE DECISIONI
Due modalità di valutare le informazioni e prendere decisioni che a seconda delle circostanze ci aiutano nei comportamenti e nelle decisioni. Sarà la nostra mente a capire quando è il momento delle emozioni e quando la ragione deve venirci in soccorso.

*Professore di Neurochirurgia Humanitas, Milano
Presidente Fondazione Atena Onlus, Roma

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Il Messaggero