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Si è spenta dopo cinque anni e mezzo di coma Elena Canazza di 39 anni. Ricoverata in una struttura per lungo degenza a Camposampiero (Padova), la giovane mamma era caduta in uno stato vegetativo dal 28 aprile del 2016 quando, ricoverata nel reparto di Ostetricia dell’ospedale civile, dopo avere dato alla luce il suo bambino non si è più svegliata. Due anestesiste erano state iscritte nel registro degli indagati e poi finite a processo, ma il giudice del Tribunale monocratico e così in seguito i giudici della Cassazione hanno però deciso il non doversi procedere, perchè la querela da parte del marito della donna in coma è stata depositata attraverso la mail normale e non attraverso la posta certificata.
Ora è rimasto in piedi solo il procedimento civile, seguito dall’avvocato Luca Tessarolo del foro di Vicenza. «Al momento non ho nulla da commentare - ha dichiarato il legale - posso solo dire che il processo civile è ancora in piedi».
IL FATTO
Era l’aprile del 2016 quando la mamma è stata ricoverata, nel reparto di Ostetricia dell’ospedale civile, con qualche giorno di anticipo rispetto alla data fissata per il parto. Motivo, durante la gravidanza aveva avuto alcuni problemi legati alla respirazione. La sera del 28 aprile del 2016, Elena ha avuto una crisi respiratoria. Gli infermieri preoccupati hanno subito chiamato due anestesiste in servizio all’Azienda ospedaliera. I due medici, dopo avere valutato la situazione, hanno deciso di non effettuare una tracheostomia d’urgenza alla paziente, ma di portarla in sala parto e di darle l’ossigeno attraverso la mascherina.
La mamma ha partorito e il bambino se pure prematuro è nato sano, ma Elena sarebbe rimasta senza ossigeno per almeno venti minuti.
IL RICORDO
«È stata la mia migliore amica, - sussurra Michela Marcon di Albignasego – Una ragazza d’oro che non meritava di fare la fine che ha fatto a quattro mesi dalle nozze, quando stava coronando il sogno più grande, quello di avere un figlio con Elia, con il quale stava oramai da diversi anni».
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Il Messaggero