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Non è la qualità della formazione, o almeno non solo quella, che la Didattica a distanza rischia di compromettere. In gioco c'è di più. La lontananza dalla scuola, dagli insegnanti, dai compagni di classe e in generale dalla vita «normale» espone i bambini e i ragazzi a mali ben peggiori, quelli dell'anima. Ansia e stress sono solo il preludio, disturbi alimentari e autolesionismo le tragiche conclusioni.
I dati che abbiamo sono piuttosto eloquenti e hanno dato alla nuova edizione della Giornata nazionale dei disturbi alimentari, che si è celebrata ieri, un'urgenza ancora più importante. Secondo il ministero della Salute, si è verificato un aumento del 30% dei casi di disturbi dell'alimentazione tra i ragazzi e i bambini. Sì, bambini anche di 9-10 anni. Per avere un'idea della grandezza del fenomeno, basta pensare che nel primo semestre del 2020 sono stati rilevati 230.458 nuovi casi, quando nello stesso periodo dell'anno precedente erano stati 163.547. Non solo. A fianco di anoressia, bulimia, ortoressia, binge eating e altre variazioni dei disturbi del comportamento alimentare, c'è il fenomeno dell'autolesionismo. «Spesso sono disturbi, quello del comportamento alimentare e l'autolesionismo, che si presentano insieme», spiega Simonetta Marucci, endocrinologa dell'AME (Associazione medici endocrinologi) ed esperta dei disturbi del comportamento alimentare. «E' il risultato di un disturbo da stress post-traumatico, causato e alimentato dall'emergenza Covid-19 e da tutto quello che ne consegue, in primis l'isolamento sociale», aggiunge.
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Il numero verde
Una subdola epidemia all'interno della pandemia.
Genitori soli
In questa pandemia i genitori sono soli, gli unici a dover e poter intercettare i problemi dei propri figli. «Per questo è fondamentale fare attenzione - suggerisce Marucci - a una serie di campanelli d'allarme: drastici cambiamenti di comportamento, isolamento rispetto alla famiglia, eccessiva attenzione al corpo, abitudine a spezzettare il cibo nel piatto, rifiuto di mangiare a tavola con la famiglia, magari con la scusa di aver già mangiato». Nel dubbio diventa lecito anche «spiare» le attività sul web. Su questo una grande mano può arrivare da persone come Imma Venturo, un'operatrice sanitaria ed una ex paziente con disturbo dell'alimentazione, che oggi è una sorta di «cacciatrice» di trappole online. Venturo trascorre parte della sua giornata a scovare persone e siti che inneggiano alla magrezza estrema per aiutare le ragazze a non cadere nella rete. In maniera volontaria, offre ascolto e percorsi di auto aiuto sulla sua pagina Facebook e nel suo Blog.
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Il Messaggero