Sanità, «salviamo il diritto alla salute anche con un “Fondo di solidarietà” per le vittime della malasanità»: allarme del Movimento Consumatori

Liste d'attesa e carenza di personale, ecco la situazione

Sanità, «salviamo il diritto alla salute anche con un “Fondo di solidarietà” per le vittime della malasanità»: allarme del Movimento Consumatori
Il Movimento Consumatori si associa al grido di allarme dei professionisti della salute e dei cittadini “Salviamo il nostro servizio sanitario nazionale”, non...

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Il Movimento Consumatori si associa al grido di allarme dei professionisti della salute e dei cittadini “Salviamo il nostro servizio sanitario nazionale”, non ascoltato dalle istituzioni.

«Universalismo? Uguaglianza? Solidarietà? In verità - riferisce l’avvocato Laila Perciballi, consulente alla sanità di Movimento Consumatori e impegnata nella promozione dei valori delle professioni sanitarie - dal rapporto della Fondazione Gimbe si ha la conferma della disastrosa situazione in cui versa la sanità pubblica tra liste d’attesa infinite, carenza di personale, divario territoriale sempre più profondo, inesorabile avanzata del settore privato, innovazioni inaccessibili e rinuncia alle cure degli anziani e delle famiglie più disagiate».

 

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Aumentano, inoltre, i bisogni di salute dato che, oltre al problema degli anziani e dei fragili, sono migliaia gli “hikikomori”, gli adolescenti definiti “ritirati sociali” che passano le loro giornate chiusi nelle loro stanze. «Purtroppo stiamo assistendo ad una vera e propria cancellazione del diritto costituzionale alla salute che riguarda anche la sfera psicologica e sociale – sottolinea Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori - Un intervento annunciato dal ministro della Salute Schillaci è la depenalizzazione degli errori medici dovuti a colpa per restituire alla categoria quella necessaria serenità lavorativa da cui, ovviamente, deve scaturire l’altrettanto necessaria sicurezza delle cure. Depenalizzare gli errori medici sembra essere la strada anche per limitare la medicina difensiva, che con l’eccesso di esami e di prestazioni, prescritti proprio per evitare contenziosi legali, impatta sul Servizio sanitario nazionale per circa 10 miliardi l’anno (0,75% del Pil)». MC, non si contrappone alla depenalizzazione, ma chiede la partecipazione al tavolo dei lavori presso il MInistero della Salute e lancia la proposta al ministro Schillaci di creare un Fondo di solidarietà per le vittime della malasanità e dei loro familiari, di individuare i criteri di accesso e creare un tavolo di conciliazione che sottragga i cittadini dall’ulteriore sofferenza dei costi e dei tempi della giustizia. «Per salvaguardare il diritto alla salute - conclude Mostaccio - siamo pronti a scendere in piazza con tutte le Federazioni sanitarie, le associazioni di cittadini, le Fondazioni e con tutti coloro che credono che sia necessario mettere in campo nuove politiche per il personale sanitario, per riorganizzare l'assistenza territoriale, per risolvere in concreto il problema delle liste di attesa; per assicurare alle vittime di malasanità e ai loro parenti il risarcimento del danno, nonostante la condivisa depenalizzazione».

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Il Messaggero