«Un importante passo avanti verso la totale automazione nella gestione del diabete di tipo 1». Gli esperti ne hanno parlato oggi a Milano durante l'incontro...
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Il device «deduce in modo indipendente quando e quanta insulina infondere nel corpo - spiega una nota - consentendo alla persona diabetica di apportare modifiche in caso di necessità e di stabilizzare automaticamente i livelli di glucosio». Tre i componenti: «Un sensore che 24 ore al giorno misura ogni 5 minuti la concentrazione di glucosio nel tessuto sottocutaneo; un dispositivo indossabile all'interno del quale è attivato un algoritmo di controllo che calcola la dose di insulina da infondere sulla base delle glicemie rilevate dal sensore; una pompa sottocutanea (microinfusore) che riceve il comando dal dispositivo indossabile e inietta l'ormone in circolo chiudendo l'anello di regolazione. Il sensore e il dispositivo comunicano via Bluetooth». Se usato in modalità automatica, il nuovo sistema richiede «un input minimo da parte degli utilizzatori, che devono solo inserire i carboidrati assunti durante il pasto, accettare le raccomandazioni sui boli correttivi e calibrare periodicamente il sensore». Ma «la caratteristica più attesa e importante», si precisa, è «la capacità di prevedere e proteggere la persona con diabete dalle ipoglicemie e iperglicemie. Grazie a un avanzato algoritmo si mimano infatti alcune delle funzioni di un pancreas sano».
«L'innovazione è il nostro valore fondativo e distintivo, un investimento positivo in termini di qualità, appropriatezza, efficacia e sicurezza», dichiara Michele Perrino, presidente e amministratore delegato di Medtronic Italia. «Il nostro obiettivo - aggiunge il manager - è offrire percorsi e soluzioni integrate che siano sostenibili per il sistema sanitario e che mettano al centro le comunità di persone con una o più cronicità, favorendo accesso ed equità».
«La capacità di stabilizzare automaticamente i livelli di glucosio contribuisce a migliorare il Time in range, ovvero la percentuale di tempo che le persone con diabete di tipo 1 trascorrono nell'intervallo glicemico ottimale pari a 70-180 milligrammi/decilitro», commenta Riccardo Bonfanti, Diabetologia pediatrica Diab etes Research Institute Irccs ospedale San Raffaele di Milano. Questa tecnologia, che «consente il livello più avanzato di automazione disponibile» al momento, per lo specialista «ha un impatto significativo sulla vita delle persone con diabete sia dal punto di vista della qualità clinica che della qualità della vita», precisa lo specialista. Rappresentanti di Adpmi (Associazione diabetici della provincia di Milano), Clad (Coordinamento Lombardia associazioni diabetici), Fand (Associazione italiana diabetici), Diabete Italia e Federazione diabete giovanile confermano che «con l'innovazione tecnologica siamo a un passo verso l'automazione completa delle cure in grado di migliorare la qualità e la sostenibilità».
Precisano anche che «le persone in cura con questi avanzati presidi e tecnologie hanno necessità di essere formate e supportate dal servizio sanitario».
Il Messaggero