Allarme diabete per le donne: ricevono meno assistenza e si trascurano di più rispetto agli uomini. Secondo i dati preliminari del V Rapporto Arno, realizzato dalla...
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L'altro dato che emerge dal rapporto, è la stabilità del numero di casi: i diabetici in Italia sono circa il 6%, una dato che non si discosta molto da quello del 2013. Da cinque anni, quindi, i pazienti con diabete sono stabilii a quota quattro milioni, ma si stima che sia almeno un milione il numero di persone che non sa di averlo. «Il rallentamento della malattia non può diventare un invito ad abbassare la guardia - spiega Francesco Purrello, presidente della Società italiana di diabetologia - perché il diabete resta una patologia complessa e pericolosa, per le tante complicanze alle quali può portare. Perché l'obesità, che è uno dei principali fattori di rischio per il diabete di tipo 2, continua a far paura con le sue cifre in particolare tra i giovani e i giovanissimi, soprattutto al Centro-Sud. Perché insomma c'è ancora davvero tanto ancora da fare ma bisogna trovare i canali e le suggestioni giuste per far capire al pubblico che la prevenzione è un alleato della salute e del benessere. Non un cilicio da indossare di mala voglia giorno dopo giorno».
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L'ultima edizione, completa, del rapporto Arno diabete, relativa a 11 milioni di cittadini italiani e rappresentativa dell'intera penisola, è costruita a partire da dati provenienti da tre diverse fonti di informazione: prescrizioni di farmaci, esenzioni per patologia, diagnosi sulle schede di dimissione ospedaliera. Incrociando queste fonti sono identificate le persone con diabete per comprendere quali prestazioni sanitarie ricevono dal Servizio sanitario nazionale e come si differenziano da chi non ha il diabete. L'analisi di questa grande mole di dati (alla quale quest'anno per la prima volta si aggiunge anche il database della Fondazione ReS) consente di ricostruire una vera e propria fotografia del diabete in Italia.
Il Messaggero