Lasagna, merluzzo con vellutata di broccoli e arancia, pollo con spinaci all'agro: sembra un menù da ristorante stellato, invece sono solo alcuni dei piatti che da oggi...
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Obiettivo: «Supportare la salute e il benessere del paziente riconoscendo al cibo il suo valore come parte integrante della cura», afferma Lorenzo Miraglia, amministratore GioService.
«Con il progetto IN – precisa il Prof. Lorenzo Maria Donini, Responsabile dell’Unità di Ricerca in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Umana del Dipartimento di Medicina Sperimentale Sapienza Università di Roma” – vogliamo contrastare la malnutrizione ospedaliera, per eccesso o per difetto, che ancora oggi, purtroppo, riguarda la stragrande maggioranza dei pazienti ricoverati. Grazie, invece, alla messa a punto di nuove metodiche di trattamento degli alimenti, che ne preservino le qualità nutrizionali e assicurino una migliore accettabilità da parte del paziente. Altrettanto importante è il messaggio di questo lavoro, smuovere l’attenzione delle Istituzioni nei confronti della ristorazione collettiva, e possiamo dire che ad oggi qualcosa si sta muovendo». “
l tutto, prestando un occhio di riguardo all'ottimizzazione economica. Lo assicura lo chef Niko Romito: «Intelligenza Nutrizionale è molto più di uno chef stellato in ospedale e non è un semplice ricettario: è una serie di protocolli e di basi pronte che permettono di preparare su ampia scala piatti buoni, economici, sostenibili e nutrienti. Si tratta di preparazioni nate grazie a una ricerca ad alto tasso tecnologico: è scienza applicata alla cucina. Per realizzarle ho dovuto impiegare tutta la forza sperimentale del Reale e le tecniche che ho affinato negli anni per l’alta ristorazione».
"IN-Intelligenza Nutrizionale” nasce, quindi, in ospedale ma non si ferma qui: le possibili applicazioni future riguardano tutta la catena della ristorazione collettiva, dalle scuole alle carceri, dalle mense aziendali alle case di riposo. «Se il Progetto ha dato risultati quanto mai brillanti – conclude Andrea Sponzilli, General Manager GioService – adesso inizia la vera sfida, volta al processo di miglioramento continuo e di esportazione della metodologia in quante più strutture possibile, per rendere veramente accessibile il nostro nuovo standard di nutrizione collettiva».
Niente più brodini insipidi e verdure tristi, dunque. E buon appetito.
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Il Messaggero