Loretta Goggi: «Ho 70 anni e ci metto la faccia, ragazze fate i controlli contro l'osteoporosi»

Loretta Goggi: «Ho 70 anni e ci metto la faccia, ragazze fate i controlli contro l'osteoporosi»
Ossa fragili, quotidianamente esposte al rischio fratture. Per una caduta ma anche perché l’osso, così debole, si sbriciola. Cinque milioni, in Italia,...

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Ossa fragili, quotidianamente esposte al rischio fratture. Per una caduta ma anche perché l’osso, così debole, si sbriciola. Cinque milioni, in Italia, convivono con questa patologia. La stragrande maggioranza ha superato i 55 anni ma non mancano diagnosi anche in età più giovane. E non si tratta di sole donne. È ormai chiaro che anche gli uomini, seppur con numeri più bassi, devono fare i conti con uno scheletro che diventa meno affidabile. La pandemia ha influito anche su questo fronte: controlli rinviati, terapie sospese, difficoltà per le visite. Ma la prevenzione non si ferma. Da qui, il via ad una campagna “Fai vincere le tue ossa” sostenuta da Amgen e da varie società scientifiche. Fino al 15 dicembre è attivo il numero verde 800.888.844, le informazioni sulla patologia e il test di valutazione del rischio sono su ossafragili.it. Testimonial è Loretta Goggi, che alla fine di settembre ha compiuto 70 anni.

Ossa fragili, età. In genere le signore dello spettacolo evitano questi argomenti. Lei, invece, ha deciso di metterci la faccia in questa battaglia. Perché?

«Perché credo che il nostro ruolo sia anche questo. Sono testimonial dell’Airc dal 1981 e ho sposato questa causa proprio perché ho avuto eventi dolorosi in famiglia».

Mi scusi, posso chiederle di raccontare?

«Mia sorella Daniela soffre di osteoporosi in modo importante. La scoperta è stata fatta dopo un incidente d‘auto molto grave. L’ha costretta sulla sedia a rotelle per due anni. Durante la riabilitazione i medici si sono resi conto che l’osso della caviglia, il più danneggiato, si stava riformando ma era molto poroso».

Le donne della sua età, tra i primi nemici della salute, hanno proprio la fragilità ossea.

«Già, l’osteoporosi, soprattutto la prevenzione, è un tema che mi riguarda visto che ho settant’anni. Quando sono nata io, l’informazione di questo tipo per le donne non esisteva. In molte zone del nostro Paese era problematico farsi visitare dal ginecologo. Figuriamoci se si parlava di protezione delle ossa. Per questo ho deciso, appunto, di metterci la faccia».

Qual è la sua prevenzione? Vediamo che è magra e che il suo corpo è tonico.

«Ho cominciato a fare la Moc, la Mineralometria ossea computerizzata, già quando ero giovane. La vicenda di mia sorella mi ha messo in allarme. Ho fatto una vita molto attiva e ho avuto diversi infortuni. I risultati sono stati buoni per un lungo periodo. Fino all’anno scorso».

Che cosa è accaduto?

«Alla Moc è stato aggiunto un esame degli arti. Risultato: fragilità gravi ai polsi. Quindi, ho cominciato a rivedere ogni mio piccolo e grande movimento».

Scusi che vuol dire?

«Che, per esempio, ho imparato a cadere senza appoggiarmi con le mani e i polsi. Ho capito che non posso contare sulla quella parte. Le mani sono sempre state le mie armi di protezione, soprattutto per il viso. Adesso spero di non cadere ma se devo cadere spero di “cadere bene”. Nel frattempo, con le palestre chiuse, ho ripreso a camminare molto per irrobustire le gambe e sentirmi sempre più sicura».

Lei, quindi si rivolge a tutte, sia alle donne più grandi che a quelle più giovani con questa campagna?

«Voglio dare un messaggio a tutte, è vero. Soprattutto alle giovani che oggi possono prevenire e capire per tempo come stanno. Le ragazze pensano che a loro non succederà mai niente e vivono solo nel presente. Su questo aspetto può contribuire molto l’esempio in casa. Se madre e padre si fanno controllare anche i figli seguiranno quella strada».

Come sta vivendo questo momento? Continua ad uscire e a camminare?

«Certo lo faccio come posso. Sto attenta a non prendere chili e a seguire le terapie. Va ricordato che il resto delle malattie proseguono la loro evoluzione indipendentemente dall’emergenza Covid-19».

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Il Messaggero