Roy De Vita, primario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Roma "Regina Elena", ha raccontato su Facebook un'esperienza...
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De Vita si sofferma in particolare sulle tempistiche: «Il test è stato eseguito il giorno dopo alle 15 e alle 15.37 hanno ricevuto già i risultati. Erano tutti negativi, i ragazzi e la fidanzata di uno dei due. Ma come è possibile avere i risultati in meno di 40 minuti, quando di solito la tempistica minima è di 3 ore e mezza? I ragazzi hanno ricevuto un tampone rapido nasale, che a contatto con un reagente dà il risultato in poco tempo». E poi spiega: «Il test rapido non cerca il virus come il tampone classico, bensì l'antigene virale. C'è una grande differenza. Il giorno dopo, dopo aver eseguito il tampone tradizionale ed aver atteso 3 ore e mezza, sono risultati tutti positivi. La loro carica virale fra l'altro era altissima».
Roy De Vita giunge così alla sua conclusione: «Se non avessi detto loro di fare un tampone tradizionale, tre falsi negativi sarebbero stati untori inconsapevoli del virus. La struttura che ha eseguito il primo test, inoltre, è molto stimata a Roma. E il test rapido è lo stesso che viene eseguito negli aeroporti. Quanti falsi negativi girano allora per l'Italia?». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero