Covid, con le stanze degli abbracci tornano carezze e baci in sicurezza

Covid, con le stanze degli abbracci tornano carezze e baci in sicurezza
Una parete di plastica, manicotti in cui infilare le braccia e finalmente tornare a toccarsi, in tutta sicurezza. E pure a baciarsi. Sono le “stanze degli abbracci”....

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Una parete di plastica, manicotti in cui infilare le braccia e finalmente tornare a toccarsi, in tutta sicurezza. E pure a baciarsi. Sono le “stanze degli abbracci”. Ed esistono davvero. Negli ospedali, nelle case di riposto per anziani. Nelle case degli italiani l’immagine è arrivata attraverso la tv. “La stanza degli abbracci” è il titolo del primo di quattro spot, ideati e diretti pro bono da Giuseppe Tornatore (che ha chiamato a collaborare per le musiche anche il maestro Nicola Piovani), su richiesta del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, per la promozione nazionale della campagna di vaccinazione. Nonni da una parte, figli e nipoti dall’altra, con l’auspicio che arrivi al più presto il momento in cui il telo di plastica si alzi e voli via. In alcuni ospedali Covid e nelle Rsa la speciale stanza è in effetti realtà. La tenda trasparente protegge dal contagio e permette di vedere e di toccare il nonno. Di baciarlo, di accarezzarlo, come se per qualche istante nulla fosse cambiato. È il ritorno di baci e carezze. A realizzare l’idea - che ha poi preso campo in diverse regioni d’Italia - è stata una residenza per anziani in Veneto, la “Domenico Sartor” di Castelfranco, nel Trevigiano. Qui le hanno chiamate le postazioni degli abbracci. Questo il motto del progetto: «L’abbraccio non unisce solo due corpi, ma due cuori e due menti, creando e rafforzando le relazioni e l’intimità, donando amore, calore e protezione».

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Il Messaggero