San Valentino nell'era Covid: gli effetti su psiche e fisico tra lontananza e paura del contagio

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Casti. Appassionati. Saffici. Romantici. Desiderati. E proibiti. La pandemia li ha resi un tabù. Anche nel giorno di San Valentino. I baci fanno paura perché il virus si trasmette con quella fiamma che brucia. Bisogna spegnere l’estasi del primo incontro? Rassegnarsi alla solitudine? Cosa sono le farfalle nello stomaco e perché se ne avverte sempre il bisogno? Medici e ricercatori dicono che il benessere fisico e psichico si riduce, quando si rinuncia all’intimità. L’amore ha effetti straordinari e può esistere, al di là del Covid. Basta uno sguardo per capire. Quando si è innamorati, si cambia espressione: gli occhi sono ben aperti, le sopracciglia spianate, la fronte distesa, gli angoli della bocca stirati e le labbra sorridenti. «Il bacio attiva 23 muscoli, in particolare quello orbicolare della bocca, e le emozioni sono comunicate attraverso la mimica facciale, che viene immediatamente interpretata da apposite aree del cervello, e rappresenta un linguaggio universale», interviene Giuseppe Marasco, neurologo dell’azienda dei Colli di Napoli.

Che fare, dunque? «Per i conviventi, non ha senso evitare effusioni. Per i fidanzatini che abitano con genitori anziani e nei rapporti occasionali o a distanza, va considerato che si è facile contagiarsi con lo scambio di saliva, se uno dei due risulta positivo all’infezione (che comunque non si trasmette per via sessuale). Con un bacio, si condividono circa 80 milioni di batteri: ovviamente, non tutti sono patogeni», chiarisce Giuseppe Maga, virologo e direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr.

La lontananza dai propri cari avvicina altri pericoli. «È un fattore di rischio per diverse malattie croniche», certifica Anna Maria Colao, professore ordinario al dipartimento di Endocrinologia e oncologia molecolare e clinica dell’Università Federico II, che spiega: «Il distacco dal partner comporta un deficit nella produzione di serotonina». Nel sistema nervoso centrale, quest’ormone ha un ruolo nella modulazione dell’umore, dell’appetito, degli stessi stimoli sessuali, della memoria. E agisce sul sistema immunitario: buoni livelli incrementano le immunoglobuline A, anticorpi in prima linea contro le infezioni, i leucociti e le altre cellule coinvolte in diversi meccanismi difensivi e nella secrezione delle citochine infiammatorie. Coccole e sicurezza affettiva rappresentano processi regolatori nascosti.

Cupido alza pure i livelli di ossitocina (l’ormone della felicità) e riduce il cortisolo, l’ormone dello stress che ha un impatto sulla pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, oltre a stimolare la contrazione dei grossi vasi intracranici (significa addio all’emicrania). Non a caso, il primo spot di Giuseppe Tornatore, chiamato a promuovere la vaccinazione anti-Covid, è girato in una stanza degli abbracci: quel che più manca alla maggioranza degli italiani. A tutte le età. A giudicare dai dati raccolti nel 2020 dallo psicologo americano Karen Fingerman, coinvolgendo 226 anziani nella ricerca pubblicata su The Journals of Gerontology, la tecnologia, dalle videochat alle telefonate, non sostituisce i benefici che si hanno con la presenza fisica degli altri. Gli effetti sulla psiche sono prevedibili. Restare soli può portare a crisi di panico ansia, insonnia, problemi digestivi, oltre che a depressione e stress post-traumatico.

«Da un altro studio, presentato su Lancet, emerge che 10 giorni di isolamento potrebbero farsi sentire nei prossimi tre anni. Eppure, sempre più persone fuggono dalle relazioni, disorientate dall’incertezza di cosa sia giusto o non giusto fare», ragiona Elisabetta Ricciardi, psicologa e psicoterapeuta della Federicc II, che presiede l’associazione “Le Kassandre” e gestisce uno sportello per le vittime di violenza (in deciso aumento). Trascorrere così tanto tempo in casa fa infatti esplodere i conflitti familiari. I dati Istat parlano chiaro: tra marzo e giugno, le chiamate al numero verde 1522 sono più che raddoppiate. Ma c’è anche un allarmante calo delle nascite segnalato dall’istituto di statistica. «L’emergenza sanitaria separa le famiglie», sintetizza Alessandra Graziottin, direttrice del Centro di ginecologia e sessuologia del “San Raffaele Resnat” di Milano, che suggerisce di manifestare l’affetto in diversi modi. «Inviando, il 14 febbraio, un mazzo di fiori, un libro, una scatola di cioccolatini, un biglietto». L’amore, quello vero, a volte deve spingere a fare un passo indietro. Soprattutto per proteggere i più fragili. «Sbaciucchiare un lattante, e fare tutte quelle moine a noi tutti fin troppo note, non è più possibile», è il monito lanciato da Vincenzo Tipo, responsabile del pronto soccorso del Santobono, dopo aver registrato 5 ricoveri a settimana nel polo pediatrico. Così il contatto, vettore dell’infezione, è anche la cura. Ma non c’è cura senza tatto.

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