Un calvario lungo, lunghissimo. Ucciso dal coronavirus a 64 anni, sei mesi dopo aver contratto la malattia. Mario Fanelli, di Cattolica (Rimini), è deceduto sabato a causa...
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«Quando sento le persone che dicono che il virus non esiste, che è più debole, che non si vogliono mettere le mascherine, mi prende una rabbia immane - dice la moglie al Corriere di Romagna - non lo sanno cosa abbiamo passato, una cosa che non auguro neanche al mio peggior nemico». Mario Fanelli non soffriva di altre patologie, «prendeva giusto la pillola per la pressione», spiega la moglie che era rimasta contagiata in modo lieve. «Dopo 20 giorni di ricovero si era negativizzato». Ma il problema sono stati i danni collaterali che hanno colpito l'organismo e nonostante le cure e gli interventi, l'ultimo 20 giorni fa, Mario non ce l'ha fatta. «È stato straziante. Per lui, per la sua famiglia e anche per tutti noi - racconta al Resto del Carlino il primario della terapia intensiva, Giuseppe Nardi - Abbiamo fatto tutto il possibile per cercare di salvarlo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero