Più ricoveri e terapie intensive, crescono anche i morti, passati negli ultimi sette giorni da 70 a 105. Sono i dati, poco confortanti, diffusi dalla Fondazione Gimbe che...
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Tutti gli indici, in realtà, destano preoccupazione e per rendersene conto basta guardare il trend dei nuovi contagi, la cui crescita schizza a un più 10,9%, equivalente a 10.907 positivi. Tanti, rispetto ai 9.837 ritracciati complessivamente la scorsa settimana. La percentuale dei ricoveri sui nuovi positivi oscilla fra il 2,4 della provincia autonoma di Trento e il problematico 9,7 della Liguria. Nella poco edificante classifica dei pazienti ricoverati, guida il Lazio (482), seguito da Campania (360) e Lombardia (294). Quest'ultima, invece, comanda nelle delle terapie intensive: 34, rispetto alle 31 del Lazio e alle 23 della Campania.
Se si amplia il raggio d'azione ci si accorge, inoltre, di come da luglio i positivi si siano addirittura quadruplicati, passando dai 12.482 del periodo tra il 15 e il 21 di quel mese, ai 45.489 dell'ultima rilevazione. Confrontrando le stesse settimane, si notano 1.489 casi in estate e 10.907 oggi. Un gap importante, maturato in un lasso di tempo relativamente breve, circa 60 giorni. Tutte le cifre naturalmente si muovono lungo la stessa direzione e i ricoveri che a fine luglio erano 732, adesso sono diventati 2604. Quasi quintuplicate le terapie intensive: da 43 a 239.
«Rispetto agli altri Paesi europei manteniamo un vantaggio importante, è vero - spiega il presidente Gimbe Nino Cartabelotta - ma non dobbiamo cullarci. Bisogna giocare d'anticipo per contenere la seconda ondata ed evitare sovraccarichi del sistema. Ad oggi rileviamo che la composizione dei casi non muta e al 94% di asintomatici, corrispondono un 5% di ricoveri e uno 0.5% di terapie intensive. I numeri chiaramente variano a seconda delle Regioni analizzate».
Il Messaggero