Con la riapertura delle scuole «sicuramente ci sarà un rialzo del numero di casi» di positività al nuovo coronavirus, anche perché la ripresa...
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Covid, il virologo Pregliasco: «Sotto i 1.000 casi, l'Italia sta tenendo. Nessun disastro per le vacanze»
Più in generale, ha osservato il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, in questa fase «abbiamo una situazione di andamento endemico» di Covid-19 e «ci sarà un'ondulazione a mio avviso verso l'alto. La tendenza, seppur con numeri assoluti bassi, è ormai costante da settimane» e, complici «gli sbagli termici, la riapertura» delle attività e «la distanza dalla fine del lockdown» che ha chiuso il Paese, «dobbiamo aspettarci la ripresa di un iceberg. Noi all'inizio, quando tutto di un botto questa malattia si è evidenziata in modo epidemico - ha ricordato l'esperto - abbiamo visto solo la parte più brutale della malattia. Ora questo iceberg, che comprende i casi più importanti» di infezione e «la gran quota di casi asintomatici o con poca sintomatologia, sta ricrescendo» perché «la tendenza del virus è quella di riprendere il più possibile terreno e persone da colpire».
Covid, Pregliasco: vaccino sia obbligatorio, è strategia più efficace
Tornando al capitolo scuola, «sicuramente - ha confermato comunque il virologo - i bimbi più piccoli hanno una minore capacità di trasmissione» della Covid-19 «e questo ci fa ben sperare rispetto all'effetto complessivo dell'apertura». Una ripartenza «doverosa, giusta e necessaria - ha precisato Pregliasco - ma anche una sfida, uno stress test per tutto il sistema». La ripresa delle attività didattiche coinvolge infatti «8 milioni di bambini e di ragazzi e 2 milioni di operatori», ma più in generale riguarda «metà della popolazione italiana coinvolta in qualche modo come persona a contatto con i giovani». La seconda ondata di Sars-CoV-2 va dunque vista come «un rischio», «un elemento verso cui attrezzarci essendo molto attenti e pronti al massimo dell'assistenza». Riuscire a scongiurarla è per l'esperto «una scommessa», «una sfida legata alla capacità dei Dipartimenti di Prevenzione» delle Asl «di continuare a individuare e a isolare i focolai che ci sono stati e susseguiranno». Ma «da parte nostra, come cittadini», ammonisce Pregliasco, abbiamo il dovere di «non fare uno sgambetto a chi sta lavorando e ansimando per contenere i casi, anche grazie a test che speriamo ora siano sempre più disponibili».
Il Messaggero