Covid, l'epidemiologo Ciccozzi: «Dovevamo restare sui mille casi al giorno, più sorveglianza o nuova ondata epidemica»

Covid, l'epidemiologo Ciccozzi: «Dovevamo restare sui mille casi al giorno, più sorveglianza o nuova ondata epidemica»
Un aumento di contagi così alto, da un giorno all'altro, non si vedeva da mesi. I 3.678 nuovi casi di Covid-19 fanno sgranare gli occhi a chi ogni giorno, scorre la...

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Un aumento di contagi così alto, da un giorno all'altro, non si vedeva da mesi. I 3.678 nuovi casi di Covid-19 fanno sgranare gli occhi a chi ogni giorno, scorre la tabella dei dati per mettere a fuoco l'andamento dei contagi.

 

Prof. Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell'Università Campus Bio-medico e membro della task force universitaria del Coronavirus, che cosa sta accadendo?

«I numeri aumentano, stanno crescendo e per questo è stato chiesto di tenere obbligatoria la mascherina anche all'aperto. Una necessità che non vuole dare il colpo di mannaia agli italiani, ma vuole evitare un nuovo lockdown che, ovviamente, non potremmo reggere».

 

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Sono numeri troppo alti?

«Per stare tranquilli dovevamo restare sui mille casi, non dovevamo superare quella soglia».

 

Che cosa dobbiamo aspettarci ora da questo virus?

«Dobbiamo metterci in testa che è molto contagioso, molto più della Sars 2003: quindi, come abbassi la guardia, lui ti colpisce. E purtroppo questa estate abbiamo abbassato la guardia».

 

Come ha colpito nelle ultime settimane?

«Un primo innalzamento c'è stato a settembre ed erano i vacanzieri, poi a metà settembre un nuovo innalzamento per il movimento di chi tornava a lavoro in presenza. Poi la curva ha evidentemente iniziato ad alzarsi con la movida serale. E di lì sono partiti i cluster familiari. Ora riprendono anche i contagi nelle Rsa, sta accadendo nel Sud Italia con numeri da tenere d'occhio».

 

In che senso?

«Nel senso che, evidentemente, qualcosa nella sorveglianza non ha funzionato. Bisogna rafforzare le sorveglianze a livello territoriale, se c'è un focolaio va subito circoscritto».

 

Che cosa rischiamo?

«Sappiamo che il virus ha un andamento esponenziale e dobbiamo evitarlo. Siamo in grado di controllarlo, ma dobbiamo invertire la tendenza che sta invece prendendo piede: rischiamo la seconda ondata epidemica. Stiamo mettendo a rischio tutti i sacrifici che abbiamo fatto fino ad oggi».

 

Oggi però conosciamo meglio il virus?

«Sì, ma non del tutto. Sappiamo bene ad esempio che gli anziani sono i pazienti più a rischio ma di fatto non sappiamo a cosa va incontro un giovane, a medio e lungo termine, con un'infezione di questo tipo. Non sappiamo cosa rischiano gli asintomatici a lungo termine» 

 

I ragazzi come devono comportarsi?

«Voglio dire ai giovani: volete fare l'aperitivo? Va bene, andate, ma fatelo in sicurezza: rispettando le distanze e indossando sempre la mascherina, soprattutto nei luoghi chiusi. Per voi e per proteggere i nonni, i più fragili. Possiamo fare tutto, ma perché allora dobbiamo rischiare?».

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Il Messaggero