Buoni risultati dai primi test sui topi di un vaccino-cerotto (che rilascia il principio attivo nella pelle) contro il coronavirus, potenzialmente semplice ed economico da...
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Coronavirus, EMA a lavoro su 40 farmaci e 12 vaccini
Coronavirus, Rezza (Iss): «Circolerà sino all'immunità di gregge, in autunno alto rischio che riparta»
Chiamato “PittCoVacc”, è una specie di «cerotto con 400 microaghi - spiega Gambotto - che non entrano profondamente nella pelle e in 2-3 minuti si sciolgono, senza dolore e senza sanguinamento», rilasciando l'antigene che scatena la risposta immunitaria, la subunità S1 della proteina virale “spike”. «La possibilità che questo vaccino protegga dal virus SARS-CoV-2 è alta - sostiene - ora stiamo verificando la capacità di neutralizzare il virus su cellule umane in provetta usando gli anticorpi isolati dai topi vaccinati».
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Gli autori stanno sottoponendo il vaccino al vaglio dell'FDA e se riceveranno l'autorizzazione inizieranno la prima sperimentazione su pazienti al più presto entro un mese. «Crediamo che i test sulle scimmie non siano necessari - precisa Gambotto - altri vaccini sono entrati in sperimentazione clinica senza alcun test animale. Speriamo di fare la fase I della sperimentazione in brevissimo tempo - ribadisce lo scienziato - un trial di 6-8 settimane fornirà le prime indicazioni di efficacia; quando si tratta di un vaccino già pochi volontari bastano per vedere se c'è una risposta immunitaria, basta un prelievo di sangue». I tempi, dunque, potrebbero non essere lunghi: «Se tra 2-3 mesi abbiamo dati sufficienti e la situazione rimane pandemica come ora, possiamo muoverci subito all'uso del vaccino. La nostra visione è di inserirlo insieme al vaccino dell'influenza stagionale».
Il Messaggero